Vince l’equilibrio

La partita che prometteva gol ed emozioni ha dovuto fare i conti con i postumi dei supplementari di coppa Italia affrontati da tutte e due in settimana, con i tanti assenti in attacco e la pochezza del centrocampo per l’Inter, mentre la Roma è incappata nella scarsa vena realizzativa dei suoi attaccanti.

 

Senza Cassano, Milito, Coutinho e Alvarez, ma Stramaccioni non rinuncia ai tre giocatori offensivi e lancia Livaya al fianco di Palacio, alle loro spalle Guarin. E’ l’ormai consueto 3-4-1-2, con due interditori a metà campo, Zanetti e Gargano, due esterni molto alti, Nagatomo e Pereira, e il terzetto difensivo con Chivu che sostituisce Samuel mettendosi leggermente dietro a Ranocchia e Jesus. Il grande escluso è quindi Cambiasso, a cui viene preferita la corsa di Gargano, pagando il dazio dei tanti palloni persi.

La Roma torna al 4-3-3, difesa con Piris-Marquinhos-Castan-Balzaretti, De Rossi baricentro basso, interni Bradley e Florenzi, davanti Totti ce la fa, con Osvaldo e Lamela.

La Roma ha trovato subito il modo di fare male, sulla destra Nagatomo faticava a rientrare e Ranocchia veniva preso in velocità, tre azioni pericolose nei primi sei minuti, ma per fortuna la mira dei giallorossi difettava. La prima mezz’ora era decisamente disperante, l’unica soluzione di gioco lo spostamento di Guarin sul centrosinistra e le sovrapposizioni di Pereira, appoggiato anche dai tagli verso sinistra di Palacio, ma la Roma era già in vantaggio poco dopo il 20′, Zanetti si arenava e perdeva palla sulla trequarti, Bradley entrava in area, Ranocchia in scivolata in realtà non toccava l’americano che anzi colpiva alla testa il difensore con una ginocchiata. Tant’è Totti realizzava il rigore sotto la traversa. La Roma andava vicino al raddoppio con Florenzi e Lamela, il primo tempo sembrava un’ammissione di pochezza per i nerazzurri, finchè al 37′ Livaya intercettava di petto un cross non comodo e con un cono ridotto riusciva a far passare il tiro, palo interno! Il giovane croato si sbloccava e poco dopo veniva fermato da un fuorigioco inesistente dopo un bel controllo in area, tutta l’Inter si sbloccava e la Roma rinculava, messa in affanno dai calci piazzati, come quando Goicoechea usciva a vuoto, ma Chivu maldestro non ne approfittava. Il pareggio comunque faceva presto a maturare, Guarin stratosferico pima scagliava un tiro di potenza inaudita, rimpallato, andava a riprendersi la palla, conquistava il fondo metteva il rasoterra per la correzione sotto porta di Palacio, uno a uno e fine primo tempo.

 

Come all’andata le squadre hanno giocato molto lunghe, nella ripresa ancor di più, gli spazi e i palloni persi non sono mancati, la Roma è andata di più al tiro, ma ha trovato un grande Handanovic in due circostanze su Totti e Lamela, mentre Piris nel finale ha sparacchiato fuori due volte, ma l’Inter ha avuto anche più situazioni pericolose senza concluderle, tante le ripartenze non chiuse nella fase centrale del secondo tempo, dove il gol era nell’aria, ma l’inesperienza di Livaya e la stanchezza di Palacio si è fatta sentire e un Guarin stratosferico non è bastato, quanto è mancato l’ultimo passaggio che solo Cassano sa fare. Ben presto l’Inter è passata a quattro con rombo a centrocampo, dall’uscita di Nagatomo (rientrava dall’infortunio e non era in condizione presentabile) e l’ingresso di Obi che è andato a fare il terzino destro, Jesus è passato terzino sinistro, Pereira e Zanetti interni, Gargano baricentro basso e Guarin sempre trequartista. In questo modo Pereira curava meglio Bradley, Ranocchia era più coperto sugli esterni da Obi, anche se non sono mancate le fiammate della Roma nel finale.

L’Inter vincendo avrebbe eliminato dalla corsa Champions una concorrente, la Roma vincendo si sarebbe rilanciata alla grande, niente di tutto questo, finisce con un nulla di fatto e forse è giusto così.

 

 

 

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