Dopo Lazio-Inter hanno parlato solo Mazzarri e Milito. Nessun giornalista ha pensato di chiedergli se non ci fosse un nesso tra l’imbarazzante partita di ieri sera e le lunghissime vacanze, caso unico nella serie A italiana, concesse ai giocatori extraeuropei. Eppure mai causa ed effetto erano sembrati così evidenti. Bastava vedere Cambiasso camminare (più del solito), Alvarez vagare, Nagatomo perdere ogni sprint atletico con Cavanda, Palacio colto da inconsueto immobilismo. Il giorno dopo quasi nessun giornale è tornato sulle vacanze extralarge e alla vigilia della partita c’era chi si era spinto a considerare una mossa vincente quella di far tornare i sudamericani e Nagatomo solo quattro giorni prima della partita, nonostante ci fosse già il cattivo esempio della stagione scorsa, culminato nella batosta di Udine. Siamo di fronte ad un caso di prostituzione intellettuale alla rovescia. Se all’Inter di Mourinho e Mancini non veniva perdonato nulla, nonostante gli incessanti successi, al contrario l’Inter di Mazzarri gode di un favore mediatico senza precedenti, nonostante il gioco orrendo e i risultati mediocri. In particolare la colonia argentina gode di un trattamento di favore a dir poco imbarazzante. Si pensi alle pagelle del Corriere della sera dopo Lazio-Inter, dove si arriva a dare del montato a Kovacic, un ragazzo umile, senza creste e tatuaggi, che non parla mai e non concede quasi mai interviste, e si giustifica la penosa prestazione di Cambiasso accusando i compagni di non aver corso per lui, manco fosse Pirlo o Iniesta.