Il fantasma Suning
Simo in confusion lo avevamo detto un mese fa, noi e i nostri amici collaboratori e lettori, ora tanti si aggiungono, ma al contempo tutti noi siamo stati ben lungi da fare del tecnico un capro espiatorio. Ora è il momento di parlare di Suning, e lo farò io, perchè in questi anni abbiamo tralasciato di dire alcune cose che abbiamo dato per scontato, ma che forse non tutti sanno:
Suning non è un’azienda privata, ma è un’azienda a partecipazione statale in un paese dove il governo è dirigista in economia, ma parliamo pure di regime. Non stiamo facendo politica, ma raccontando la realtà. Il governo cinese negli anni scorsi voleva investire nel calcio europeo, poi, contrordine compagni! Ora si è deciso di disinvestire. Non entriamo nel merito di questa scelta, ma il dato di fatto è che l’Inter in realtà è in vendita da due anni, e Suning come detto non investe da due anni.
Capitolo Inzaghi, tutte le giuste critiche sono state già fatte, ma la mia idea è che l’Inter fosse più debole dell’Inter di Conte già un anno fa. Hakimi è più forte di Dumfries, Eriksen è più forte di Calhanoglu, con tutto il rispetto e la stima per i sostituti, per non parlare della cessione di Lukaku, poi tornato grazie ad un capolavoro di Marotta e Ausilio, ma che non sarà mai più quello allenato da Conte, che lo telecomandava.
Quindi la mia opinione è che Inzaghi ha fatto più del dovuto un anno fa arrivando secondo e conquistando Coppa Italia e Supercoppa nello scontro diretto con la Juve, anche se ora sta facendo meno del dovuto, ma la vera assente è Suning.
Il fatto è che amici interisti, ora serve di armarsi di santa pazienza, perchè siamo in una fase di transizione, la squadra deve compattarsi, l’allenatore ritrovare equilibrio, i dirigenti tenere la barra dritta, ma siamo una squadra senza una vera proprietà.