San Siro presenta il consueto colpo d’occhio per la gara contro l’Empoli. Quarantamila tifosi riempiono a metà il Meazza, cifra che più o meno si ripete dall’inizio della stagione, eccezion fatta per il tutto esaurito, manco a dirlo, con la Juve. Forse oggi ci si poteva attendere qualcosa di più, considerato l’orario pomeridiano e la bella iniziativa della società, con biglietti scontatissimi per gli under 16 accompagnati da un adulto in diversi settori dello stadio, ma la tifoseria nerazzurra rimane la più numerosa d’Italia per presenze allo stadio. Al primo anello si riempono bene il verde, il blu e l’arancio, poco pubblico al rosso, mentre al secondo anello buona presenza al verde e all’arancio, poca gente al rosso e al blu, dove comunque c’è molto colore grazie alla Banda Bagaj. Ed è proprio da questo settore che parte una panolada, dapprima timida, ma che poi coinvolge quasi tutto lo stadio che risponde con un “chi non salta è un bianconero”. L’effetto emulazione e le ferite non ancora rimarginate di calciopoli si fanno sentire, ma il clima è sereno e questa manifestazione è più che altro una festosa celebrazione dell’orgoglio interista. La curva nord invece preferisce contestare indirettamente il sistema salutando il radiocronista Cucchi, che oggi va in pensione, con un lungo e inatteso striscione che rimarca la propria distanza e quella dell’apprezzato radiocronista dal “mondo finto” del calcio. Un bello striscione, ma la nostalgia forse fa brutti scherzi, il calcio ha vissuto momenti peggiori e ben più finti di questo, quando negli anni passati lo strapotere bianconero era più che totale. Incomprensibili invece gli insulti rivolti ai cento tifosi dell’Empoli – che contraccambiano – raccolti in piccionaia dietro lo striscione “Desperados”, se non secondo le logiche ultrà, non certo per una rivalità, inesistente, tra le due società. Per il resto il pomeriggio fila via tranquillo, un’altra panolada quando l’Inter reclama il rigore, poi scatta il delirio tra il serio e il goliardico per l’ingresso in campo di Gabigol, ma merita l’applauso anche Palacio che lascia il campo e pure il giovane Pinamonti, anzi, forse anche di più.
Nella foto: La panolada dei tifosi interisti.