Moratti è tornato a parlare sulla trattativa con Thohir al termine del cda: “Non è il mio ultimo cda, ho letto che l’avete scritto, ma non è così. Spiegate abbastanza già bene voi cose che non so bene neanche io. C’è una trattativa in ballo e le trattative possono finire in qualsiasi modo. Può succedere di tutto. C’è una stima tra loro e noi e simpatia e tutto si può svolgere in maniera importante, ma ci sono cose da chiarire e che se non si chiariscono tutto resta com’è“. E ancora: “Due terzi, un terzo: tutte balle. Il discorso delle quote non è stato ancora chiarito. Stiamo cercando di capire, c’è un rapporto simpatico tra le parti. Tempistiche? Non lo so. Urgenze particolari? Non è questione di fretta. Sono le cose di per sè che hanno bisogno di tempo. Anche se uno deve concludere per liberarvi da tutti questi dubbi (si riferisce ai giornalisti.ndr), ma serve tempo e non ci sono date fissate“. Insomma i giornalisti hanno male interpretato, ma non sarà che non è facile interpretare certe dichiarazioni surreali (in termini concreti cos’è un “rapporto simpatico”?), eppure ai primi di agosto Moratti si era spinto a dichiarazioni che lasciavano nettamente intendere che ormai l’accordo era quasi fatto, tra le altre, “Se servo, resterò a dare il mio contributo. Ma per favore non mitizziamo il mio ruolo. Lo chiedo anche ai tifosi: i presidenti simbolo a un certo punto diventano un tappo…L’Inter non è una mia questione personale. In fondo, non ho mai amato le poltrone.” L’impressione è che si avanzi al ritmo di un passo avanti e due indietro, che poi non ci sia fretta è tutto da dimostrare, una società come l’Inter non può rimanere nel limbo a lungo.