Tra sogno e realtà

duomo lunaSi fa quel che si può. Si va avanti con quel che c’è fino a gennaio e intanto si lavorerà su gioco e personalità. Questo il programma di Mancini dopo un derby che ha scontentato i più, ma che ha visto un’Inter fare quasi sempre la partita, e non è detto che i problemi siano necessariamente tecnici, è mancata la personalità, troppa paura, squadra che stava iniziando a giocare benino, ma che si perde dopo il gol di Menez. Mancini la resetta nell’intervallo, ma contro un Milan chiuso a doppia mandata c’è il solo Guarin che non fa il compitino e tenta il dribbling, cinque volte, a fronte dei solo due di Nagatomo e appena uno di Kovacic e poi Hernanes. Dodò, Obi, Palacio e Icardi non saltano mai l’uomo e il confronto sulle fasce è un tre contro tre fisso senza soluzione. Si è sognato in grande nella settimana precedente il derby, ce n’era bisogno, gli interisti non lo facevano dalla vittoria di Stramaccioni allo Juventus Stadium, era due anni fa, ne sono seguiti i due anni peggiori della storia dell’Inter, non tanto sul piano dei risultati (anche), ma sul piano della prospettiva. Ora si ricomincia finalmente, ma il campo dice che c’è molto da lavorare: la coppia Ranocchia-Jesus fatica ad amalgamarsi con Vidic adombrato in panchina, mentre sulle fasce i terzini del Milan De Sciglio e Rami bloccano Palacio e Kovacic. Già il croato, mai così fuori dal gioco con appena 56 palloni giocati rispetto ai quasi 100 che tocca di solito, ha mal digerito il ruolo di esterno alto e a lungo ha fatto la mezz’ala sinistra intasando il centrocampo, ora avrà una settimana per migliorare nel nuovo ruolo, anche se giovedì c’è anche il Dnipro. A meno che si cerchino altre soluzioni, anche Guarin può adattarsi esterno alto, ma Mancini potrebbe essere orientato a dargli un ruolo fisso come mezz’ala destra, cosa che non ha mai avuto in tre anni all’Inter. La soluzione da sogno è invece il tridente Osvaldo-Icardi-Palacio, con un cenmtrocampo Guarin-Hernanes-Kovacic, un sogno?

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