Thohir sotto attacco, ci vuole un guizzo

Milano - Visuale notturna della Stazione Centrale
Milano – Visuale notturna della Stazione Centrale

Thohir in questo momento è sotto attacco e non stiamo certo parlando delle goliardate di Ferrero e Berlusconi. Si tratta spesso di fuoco amico, un fuoco garbato quando Moratti ricorda che se dovesse riprendere l’Inter lo farebbe per comprare CR7 e non mezzi giocatori, e che Tourè è un colpo alla Thohir e non alla Moratti. C’è inoltre il pressing sottile di Mancini, che ricorda pubblicamente e davanti ai tifosi le promesse di un mercato all’altezza fatte dal Tycoon (ma non lo chiama più nessuno così). Poi ci sono le vere e proprie bordate di Tronchetti Provera che annuncia che un’Inter fuori dall’Europa non gli interessa e Thohir si può pure trovare un altro sponsor. Infine spunta l’articolo del Corriere, che adombra scenari loschi, paradisi fiscali e ritorna il ritornello dell’indonesiano senza soldi. Thohir non risponde, rimane silente, lontano e distaccato. D’altronde le parole servono a poco, l’unico modo di rispondere e di mettere tutti a tacere è quello di comprare giocatori da Inter. Anche se Thohir paga anche il fatto di non essere mai entrato nel tessuto nerazzurro e milanese. Da lui mai una frase in italiano, nessuna immagine di sè nel contesto cittadino se non le toccate e fuga in tribuna. Si dirà, giustamente preferisce il lavoro alle parole, ma questo inizio di mercato è stato sconfortante. Si sbandierano obbiettivi ai quattro venti e si rimediano solo porte in faccia. Dybala va alla Juve, Tourè resta al City e persino un Toulalan qualsiasi ci snobba, mentre Neto preferisce la panchina dello Juventus Stadium piuttosto dei guantoni da titolare in casa Inter. Disperare a fine maggio è sbagliato, c’è tutta l’estate per rimediare, ma è inutile negare che è un momento difficile per l’Inter. Ora ci vuole un guizzo, il contorno dei Murillo, dei Biabiany e dei Mirante mal s’intona con le nuove fiammanti casacche nerazzurre, fatte per celebrare la vittoria in Coppa Uefa di un’Inter non morattiana, quasi a voler dire che può esistere anche un’Inter senza Moratti. Ma il nostro posto è la Champions, non l’Uefa. Thohir, ricordalo.

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