Le parole rilasciate alla Gazzetta dello sport da Thohir sono molto importanti. Per la prima volta il nuovo presidente si addentra su temi tecnici e di campo ed emergono le prime divergenze con l’allenatore. Inoltre Thohir esce dal fortino assediato del comunicato tramite sito ufficiale e decide di parlare al principale quotidiano sportivo. La prima considerazione è sul gioco: “Credo che l’innesto di Hernanes sia stato fondamentale. Intanto perché con la sua qualità il gioco ora si sviluppa per vie centrali e non soltanto sugli esterni”. Sappiamo tutti che il gioco di Mazzarri si sviluppa solo sugli esterni e lui lo concepisce solo così, ora arriva la direttiva di variare il proprio gioco. Ma Thohir va anche sui singoli, contraddicendo in pieno alcune scelte tecniche di Mazzarri. Cominciamo da Guarin, che non dimentichiamolo, il tecnico un mese fa aveva escluso dal progetto. Thohir lo promuove a pieni titoli in coppia con Hernanes: “Ma l’effetto più immediato l’ho notato su Guarin. Ho avuto la sensazione che la presenza del brasiliano lo abbia alleggerito delle pressioni che lo frenavano. Ho trovato Fredy più intraprendente, libero di sganciarsi, cercare la giocata e il tiro. Presto troverà anche la porta”. Ma è su Icardi che Thohir arriva a dare una indicazione esplicita, proprio nel momento in cui Mazzarri sta riservando all’attaccante il trattamento Belfodil. Thohir, invece:“Poi non vedo l’ora di ammirare Icardi. Credo sia giunto il suo momento e spero di vederlo in campo già a Firenze”. Ma a Thohir non è piaciuto nemmeno il mancato impiego di D’Ambrosio e ne ha ben donde. Questo giocatore poteva essere preso a parametro zero a giugno, ma l’Inter ha fatto un sacrificio economico per prenderlo subito, ora sarà il caso di farlo giocare, Mazzarri è avvisato: “Così come mi aspetto tanto da D’Ambrosio. Era importante che arrivasse subito. Sulle fasce non potevamo rimanere soltanto con Jonathan e Nagatomo.” Insomma, quando si dice che sono tutti sotto esame, è sempre valso anche per Mazzarri, lo scoprono ora anche i siti del Mulino Bianco, mentre Moratti potrà constatare che questo presidente è sempre più presente e ben deciso a comandare.
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Considerazioni che testimoniano quanto Thohir si sia immerso nell’Inter. E questo, anche se ci sono delle contradizioni rispetto al programma-giovani sbandierato e che invece nei fatti non torna: come dimostra il caso Vidic. Comunque, le dichiarazioni sul gioco di Mazzarri nascondono un giudizio molto critico dimostrando che il tecnico neroazzurro si trovi sub judice. E molto probabilmente, considerando la proverbiale prudenza della cultura orientale, mi sbilancio nel dire che a fine giugno, l’Inter avrà un nuovo tecnico. Oltre al limiti delle varianti tattiche, Mazzarri non rientra nemmeno nella tipologia di uomo immagine che sappia gestire la comunicazione: non solo verso il giornalismo ma anche poco incline nel rispetto della professionalità dei propri giocatori. Espressioni spesso controproducenti dal punto di vista psicologico; e che hanno di conseguenza riflessi negativi sulla valutazione economica del calciatore mettendo in difficoltà l’azienda Inter. E questo in quanto il tecnico di San Vincenzo ha dimostrato di essere un narcisista che non perde mai occasione nel difendere la propria immagine, anche a discapito della squadra e dei suoi componenti. Essere all’Inter non basta dimostrarsi un buon tattico con pochi schemi collaudati; ma un tecnico deve avere capacità creativa che persino un’ottima massaia possiede: fare un buon piatto sapendo utilizzare gli unici ingredienti di cui dispone. Insomma, bisogna essere anche dei creativi capaci di coniugarsi carne e sangue con tutto l’ambiente e soprattutto con i propri calciatori. Questa dote Mazzarri non la possiede, almeno all’Inter non l’ha dimostrata, e quindi non è da Inter anche se è un buon tecnico. Trattasi di un ottimo didattico e quindi, tecnicamente “scolastico”.