Erick Thohir l’altro ieri ha inaugurato la glasnost* nerazzurra. Niente più cammuffamenti, silenzi assordanti che danno adito a speculazioni e tengono all’oscuro i tifosi. Finalmente è stata detta la verità: “Con Mancini abbiamo delle divergenze”. L’Inter non è un monolite e le pravde interiste saranno rimaste spiazzate, ma è inutile negare l’evidenza e trattare la gente come stupida. Non solo, Thohir ha aperto le porte della casa nerazzurra e ha spiegato come lavora: Ogni decisione viene presa collettivamente, per procedere all’acquisto del cartellino di un giocatore bisogna avere l’assenso della parte tecnica, della parte finanziaria, del marketing e della proprietà. Il bilancio determina ogni scelta. Le divergenze con Mancini nascono da questo, molte sue richieste sono state cassate e il suo ruolo equiparato ad altri organismi della società, un tempo subordinati. Rimane il fatto che oggi la società nerazzura appare come qualcosa di estremamente complesso, dove il lato sportivo perde voce in capitolo e i conflitti interni e le varie parti in causa rischiano di creare una situazione di caos. Non è il parlarne che crea il caos, ma i conflitti realmente esistenti tra le parti che lo creano.
*In russo significa pubblicità, trasparenza. Negli anni ’80 il governo sovietico provò a mutare il dibattito interno, fino ad allora dominato dalla retorica, dalla propaganda e dal conformismo, permettendo una maggiore libertà di critica e la possibilità di affrontare in pubblico anche certi argomenti spinosi o contraddittori.