Quando Thohir ha comprato l’Inter spiegò che lo aveva fatto per la fedeltà dei suoi tifosi. E’ vero, i tifosi dell’Inter sono tra i più fedeli del globo, ma non vorrei che da ciò scaturisse un equivoco. Non vorrei che l’indonesiano abbia pensato: io faccio le mie cose, avanzo nella promozione del brand, aumento i ricavi, intanto la squadra può tornare in Champions tra due-tre anni, tornare a lottare per un titolo tra cinque-sei, che tanto i tifosi sono sempre lì, comprano le magliette, fanno gli abbonamenti allo stadio e alla pay-tv e non si lamentano mai. Non vorrei che Thohir pensasse che certi interologi che vivono nella loro realtà orwelliana in cui va sempre tutto bene, il caso Bonaventura non esiste, è un’invenzione della perfida propaganda di mediaset e l’ex atalantino non è nemmeno un attaccante e non ci serviva (sì, sono arrivati a dire anche questo), ecco non vorrei che Thohir pensasse che tutto questo mondo paranoico fosse rappresentativo del sentimento dei tifosi interisti, che non credo possano farsi passar sopra un ridimensionamento strutturale del tipo che l’obbiettivo è arrivare quarti e bisogna anche ringraziarli, che sennò non sei un vero interista, ma un occasionale, come dicono gli adolescenti fanatici e le casalinghe annoiate. Oriali ha dichiarato di non essere mai stato contattato dalla nuova società e di vedere Thohir piuttosto assente, altri ex interisti preparati come Bergomi e Ferri non sono stati coinvolti, Stramaccioni ha fatto capire che Thohir ascolta solo Fassone, che di calcio non capisce nulla. In tutto questo non so come sarà l’accoglienza di S.Siro domenica, Mazzarri l’ultima volta fu fischiato sonoramente, la curva non ci sarà per la fantomatica discriminazione territoriale, Thohir non ci sarà ed alcuni dicono che la sua è stata un’operazione per preparare la discesa in politica in patria e preparare il terreno ad una serie d’investimenti indonesiani in Italia, staremo a vedere, noi non smetteremo di dire la nostra.