Sarà stata la sosta per le nazionali, le prestazioni incolori degli azzurri contro avversari modesti, il calcio mercato appena chiuso, ma in queste due settimane sono circolate tre proposte di cambiamento per il calcio. Una inconsueta pausa non di polemiche, ma di riflessioni e di proposte sul da farsi. Ha cominciato proprio il ct della nazionale Prandelli, ipotizzando cambiamenti negli scenari tattici, dove si potrebbe aggiungere un centrocampista togliendo un difensore. Niente più di un’ipotesi o una provocazione, ma che sollecita un cambiamento sul campo nel modo di fare calcio.
Più stringente per il calcio italiano la proposta di allestire tra le big le squadre riserve, da far giocare nelle serie minori, per dare spazio ai giovani principalmente. Si tratta di una cosa già esistente negli altri campionati, dove ne raccolgono già i frutti. Andrebbe in soffitta la girandola di prestiti e comproprietà, e si creerebbero delle squadre ad hoc che farebbero da cuscinetto tra la primavera e l’approdo in prima squadra. Da fare al più presto.
La terza proposta è quella dell’Eurolega, un vero campionato europeo, idea già lanciata negli anni ’90, e che trova l’opposizione di chi vede il calcio ancora come la continuazione delle lotte di campanile. Per squadre come l’Inter sarebbe invece un approdo ideale, fermo restando che dovrebbe essere un campionato aperto alle promozioni e retrocessioni, con i campionati nazionali che diventerebbero delle seconde divisioni della competizione maggiore.
Per chi avesse nostalgia delle trasferte a Bergamo e Siena ci sarebbe sempre la Coppa Italia, che diventerebbe l’occasione per incontrare chi è “rimasto” nel campionato italiano e diventerebbe una competizione valorizzata e di massimo interesse, e non l’attuale snobbato trofeo. Senza dimenticare che nel frattempo avremmo la presenza anche delle squadre “riserve” nei tornei nazionali.