Un umile convinto delle sue idee, così si presenta il nuovo allenatore dell’Inter Stramaccioni, che vive quest’occasione come un sogno senza traccia di paura, ma si rifiuta di fare proclami o porre obbiettivi, pensando solo ad Inter-Genoa di domenica.
Il mister Stramaccioni al verbo insegnare preferisce il verbo trasmettere, verso quelli che considera campioni incappati in una stagione sfortunata. Sull’inserimento dei giovani dalla Primavera non si sbilancia, ma intanto al primo allenamento ne ha già aggregati tre (Romanò, M’Baye e Livaja,), oltre a Crisetig. Così come sui cambiamenti di modulo e tattici che apporterà rimane abbottonato, anche se lascia intendere di avere delle sue idee proprie. A chi gli chiede i nomi di due allenatori a cui fa riferimento parla del suo rapporto con Spalletti e Sacchi, mentre da Mourinho si sente lontano anni luce, lui ultimo arrivato, l’altro il più vincente, e forse questo è il suo grande vantaggio, non sentire il peso dei paragoni con l’allenatore portoghese, pur avendone uno sguardo simile.
Stramaccioni si è presentato con leggerezza e serietà insieme, trovando il modo di scherzare sulla “carrambata” di Balotelli che irrompe letteralmente nel mezzo della conferenza stampa per salutarlo.
Le parole più belle le ha spese per Moratti, ripetutamente ringraziato.
Il giorno del cambiamento non si ferma però a Stramaccioni, l’Inter comunica di avere un nuovo responsabile degli osservatori, Valentino Angeloni, proveniente dalla commissione tecnica dell’Udinese, mentre Bedin sarà il nuovo consulente tecnico per la prima squadra e Nista torna ad allenare i portieri. Un ritorno anche alla Primavera rimasta vacante, Bernazzani.
Al lavoro per vincere.