Partiamo da un dato certo: L’Inter è ancora senza sponsor per la prossima stagione e entro febbraio dovrà comunicare alla Nike quale mettere sulla nuova maglietta. La tentata truffa nella quale Bolingbroke&C. stavano per cascare, anzi, ci erano cascati in pieno, quando un millantatore si era spacciato per un emissario di Etihad imbastendo trattative farsa, non può aver fatto piacere a Thohir. Da chiarire la posizione di Fassone e Bacconi, non a caso tutti e due messi alla porta negli ultimi mesi, che avevano in qualche modo garantito per il millantatore – tale Lattanzio – agli occhi di un albergatore romano, altro truffato e al quale si deve il merito di essersi accorto della truffa, mentre i dirigenti nerazzurri non si accorgevano di nulla e giocavano al rialzo tra il sedicente Etihad e la vera Pirelli. (Prosegue sotto)
Intanto il tempo si è perso e alla fine l’Inter si è ritrovata con la sola Pirelli come parte in causa nelle trattative. Ora Tronchetti Provera può giocare al ribasso e avrebbe offerto la miseria di nove milioni all’anno per tre anni, anche se il Corriere della Sera dà cifre diverse, più di 15 milioni annui. Cifre comunque ben più basse di quello che Thohir si aspettava e sicuramente più basse di qualsiasi big europea, ma anche italiana. Bolingbroke rischia? A giorni verrà annunciato il nuovo direttore generale Gardini, che toglierà un po’ di potere all’ex Manchester United e riporterà anche un po’ di italianità nella dirigenza. Thohir si è accorto che per guidare una società italiana servono dirigenti italiani, oltre ovviamente alle eccellenze straniere, a patto che siano tali?