Spalletti non ha smentito nemmeno una parola di quanto riportato dal corriere della sera nella giornata di ieri, ha confermato tutto e allo stesso tempo ha attaccato il giornalista autore dell’articolo accusandolo di complotto contro di lui, facendo velatamente notare che è di Torino, dandolo così in pasto alla parte più ideologizzata del tifo interista.
Non si capisce per la quale omertosa ragione un giornalista, venuto a conoscenza di parole crude di Spalletti non su sue vicende personali, ma su una cosa che riguarda la sua professione, non debba riportarle. Non siamo al livello di Nainggolan che si autopubblica sui social ubriaco mentre bestemmia alle quattro di mattina e poi se la prende coi giornalisti perchè ne parlano, ma poco ci manca.
Ma in realtà bisognerebbe chiedersi se Spalletti non sapesse (e volesse) certe conseguenze quando la notte del 21 gennaio ha avvicinato un gruppo di tifosi romanisti attivi su internet e gli ha spifferato tutto, ma proprio tutto, sulle faccende di casa Inter parlando per un’ora con loro.
Ricapitoliamo, l’allenatore dell’Inter avvicina di sua spontanea volontà un gruppo di tifosi di una squadra avversaria, noti per gestire una chat su un Social, e gli racconta che l’ambiente interista è depresso e matto, i giocatori non hanno carattere, la società non vuole spendere, che vincerà sempre la Juve. E poi si stupisce che la cosa arrivi anche ai giornali?
In realtà da mesi l’allenatore dell’Inter lancia di questi messaggi sui canali ufficiali, ovviamente in maniera più velata, con lunghi panegirici filosofici, ora invece è andato dritto al sodo. Certo, sui canali ufficiali sull’ambiente faceva grandi sviolinate in merito ai sessantamila allo stadio, sui tifosi competenti e appassionati, ora ne viene fuori un’opinione un po’ diversa.
Molti diranno che Spalletti ha ragione, che è vero che la società non vuole spendere, che è vero che i giocatori non hanno carattere, d’accordo, ma un conto è se lo dice un tifoso o un giornalista (e se lo dice magari quelli che ora staranno osannando Spalletti sono pronti a saltargli addosso dandogli dello pseudointerista), un conto se lo dice l’allenatore, che a questo punto, se fosse coerente, dovrebbe dimettersi rinunciando dignitosamente all’assegno che mensilmente Suning gli stacca.