“In una città moderna come Milano si vive la partita come una volta, ai tifosi non basta vederli sui media vogliono vedere i giocatori dal vivo, è una sensazione bellissima stare in panchina e sentire gli echi da ogni angolo dello stadio”. E’ ormai prassi da parte di Spalletti cominciare così le conferenze stampa, con un accenno ai tifosi e alla città di Milano. Ed è vero, sta rinascendo il feeling tra squadra e pubblico. Si parla poi dei giocatori in panchina, ma il tecnico tranquilizza tutti, nessuno pianta grane: “Non è un fare di tutto per giocare al posto del compagno, ma per giocarci affianco e finchè c’è questa mentalità sono tranquillo”. Gran parte delle domande vertono poi sulla nazionale italiana, ma l’allenatore nerazzurro non vuole unirsi ai commenti e a chi ha la ricetta giusta, anche se: “La squadra B è una possibile soluzione, ma meglio non dire cose campate per aria, bisogna ragionare in maniera aproffondita, è chiaro però che i responsabili devono venir fuori, nell’Inter io sono il responsabile. In Russia c’era la seconda squadra che se noi giocavamo a Milano con l’Inter la seconda squadra il giorno prima giocava con l’altra seconda squadra, poi si cenava tutti insieme”.
Altro concetto chiave, non sono ragazzi, ma professionisti, Spalletti lo ripete sempre, per responsabilizzarli, ma anche per convincere i tifosi, che l’anno scorso sospettavano che qualcuno perdesse apposta per remare contro gli allenatori che si sono susseguiti o per evitare il preliminare di Europa League: “Ho voluto bene ai giocatori della Roma come a questi dell’Inter, stasera alcuni vanno a dormire a casa, alcuni dormono qui, non mando a letto nessuno, non vieto un bicchiere di vino a nessuno, ma l’Inter è una cosa importante perchè non si possono tradire i sessantamila che ci sono sempre. Il fatto che i calciatori siano felici di sapere che c’è una partecipazione così numerosa ti rende orgoglioso della testa di questi calciatori che vogliono incidere, il sentimento delle persone non si può tradire. Non sono i miei ragazzi, sono i nostri professionisti, devono mandare messaggi sani, perchè è il loro lavoro, devono far sì che i bambini vengano a giocare a calcio puliti nell’animo”.
Per la seconda volta il mister cita Santon, anche oggi ne parla bene e si spinge a paventare un suo utilizzo: “Per ora hanno giocato Nagatomo e D’ambrosio, ma c’è Dalbert, c’è Cancelo, c’è Santon, uno che a me piace perchè conosce il calcio, sa attaccare, difendere, è fisico, per me è uno che ci darà una mano importante. Per esempio l’Atalanta ha una statura e una struttura fisica tale che non hanno mai preso gol su palla ferma, sono dei giocatori da basket, e Santon c’ha anche questa tra le qualità. L’Atalanta punta molto sui duelli individuali, ma se ti seguono questo ti crea degli spazi”.
Poi si tranquilizza tutti:”Ho tutti a disposizione, ho recuperato Mauro (Icardi ndr) che ha iniziato ad allenarsi individualmente ad inizio settimana ma questi due allenamenti più duri li ha fatti bene, quindi si va a usarlo, anche perchè per lui giocare una partita a settimana è poco, ha intenzioni per arrivare là.”
Ma i giornalisti in sala non ne vogliono sapere, vogliono parlare di nazionale e Spalletti svela il suo ct preferito: “Ancelotti è il meglio, è benvoluto da tutti. Nazionali italiani delusi da far riposare? No. Dimostrare di meritare di giocare nell’Inter passa anche da questi momenti, mi aspetto una reazione corretta. Dove vogliamo andare se siamo turbati dal non essere andati ai mondiali, sarà bene se lo tolgono dalla testa, si facciano pulizia da soli”.