Con una conferenza stampa lunga quasi quanto un comizio di Fidel Castro, Luciano Spalletti ha a suo modo fatto chiarezza sulla situazione in casa Inter, una casa con le finestre aperte e senza tende, dove ormai sembrano non esserci più segreti. Spalletti da una parte dirotta la rabbia e la frustrazione dei tifosi verso i giornalisti, accusati di ogni nefandezza, dall’avvelenare i pozzi al dare caramelle drogate ai bambini, ma chi sono questi bambini? I tifosi? Il tecnico li definisce maturi, allora perchè trattarli come dei bambini raccontandogli favolette? I giocatori? Sempre Spalletti li definisce seri professionisti, ma poi dice anche che “ruzzano” (espressione toscana che vuol dire far casino) come i ragazzini. Ma analizziamo le sue parole:
“Il vero smacco di questo mercato è non essere riusciti a proteggere i tifosi dalle false aspettative, oltre ad aggiungere confusione nella testa dei calciatori, che da tutti i nomi e i discorsi che si sono fatti percepiscono l’idea che dovranno essere sostituiti. Mi avete fatto dire che ho chiesto calciatori, ora mi state facendo dire che non sono contento. Con me non parlate, come sono io non lo sapete, vi garba creare casino. Non ho mai detto che mi mancano calciatori, (cit 6/1/2018: lo sa anche mia mamma che ci manca un centrale! ndr), ho solo detto che se si infortunano tutti devo mettere Santon centrale, la prossima volta porto il registratore”.
“Io ho parlato di Ramires in alcuni momenti, perchè un calciatore che sa fare tutto, non ne avevamo molti, poi quando il presidente (si riferisce a Steven ndr) mi ha detto che abbiamo dei limiti ho detto la verità. A centrocampo dobbiamo tornare a fare meglio con gli elementi che abbiamo avendo qualcosa di nuovo perchè Rafa (Rafinha ndr) ha qualità.”
Non sappiamo se questa comunicazione schizofrenica sia voluta, in modo da dare in pasto alla parte più viscerale del tifo il capro espiatorio dei giornalisti per giustificare i risultati deludenti, dicendo prima che sono loro ad aver creato false aspettative e destabilizzato i giocatori con le voci di mercato, e un minuto dopo ammettendo di aver chiesto lui Ramires, per lanciare comunque il messaggio a chi ha orecchie per intendere oppure sia frutto di una instabilità emotiva. Unbispensiero orwelliano che comunque sta dando i suoi frutti, l’ala vittimistica del tifo ha trovato il suo condottiero contro il sistema mediatico, colpevole di tutti i mali dell’Inter, mentre gli altri possono capire che la colpa è delle altre componenti della società, ma mai sua.
“la questione dei social per come le raccontate ci uniscono anche perchè ci fa ridere. Però la cosa importante è l’effetto che fa sui tifosi, perchè si trovano a pensare che la loro fede calcistica sia nelle mani di bambini. Posso assicurare che abbiamo a che fare con professionisti veri e tengono al lavoro che fanno e vogliono dare la più bella soddisfazione ai propri tifosi, riportarli in champions. Poi c’è da fare una riflessione su quello che comporti trattare queste cavolate a finestre aperte, ci sono cose personali che non devono essere portate nello spogliatoio e sui social e bisogna non provocare inutili preoccupazioni ai nostri tifosi.”
Anche qui il bispensiero orwelliano, prima si accusano i giornalisti di aver creato il caso, poi si tira le orecchie a Icardi dandogli di fatto del bambino.
“I tifosi domani in 50000, li ringrazio, loro sono veramente maturi, hanno la testa solida, perchè poi credere non vuol dire applaudire e sorridere plastificati, vuol dire anche fischiare, ma l’importante che loro siano allo stadio, c’è gente che torna a metà notte a casa perchè non sono tutti di Milano e noi di questo dobbiamo tenerne conto, ci deve essere un rispetto per queste persone”.
Qui Spalletti vince, è la parte più convincente della conferenza, finalmente un allenatore e in generale un addetto ai lavori che non pretende che i tifosi siano belle statuine plaudenti e plastificate.
“Bisogna dire le cose vere agli sportivi, non trarli in inganno, per quanto riguarda me a fine anno si tireranno le somme, se è stato un rapporto vero o parziale, bisogna andare a volto scoperto, serve vedere l’espressione delle persone”.
Messaggio durissimo, Spalletti paventa le sue dimissioni a fine stagione se le cose continueranno per la piega presa in questi due mesi.
“Pastore? Bisogna vedere la dimensione degli stipendi, sicuramente guadagna più di quello che guadagnano i nostri giocatori, noi non possiamo aumentare il budget, allora bisognava cedere qualcuno”.
Si ammette di fatto che Pastore è stato trattato, come tutti sanno.
“Su Icardi-Perisic, Icardi ha fatto 14 gol con 5 assist di Perisic, ma voi fate casino, l’irresistibile fascino del crear casino. Quelli che passano più palla a Icardi sono Perisic e Vecino, poi quello un pochettino sotto è Borzovic perchè ha giocato meno. I numeri poi uno li interpreta come gli pare. Ma questi sono dati oggettivi.”
Esatto, ognuno interpreta i numeri come vuole, per esempio non dicendo che l’ultimo assist di Perisic a Icardi risale a più di due mesi fa.
“Non mi aspettavo un momento negativo così lungo, pensavo fosse una cosa superata questo ruzzarci dentro, è un termine come i ragazzini, i bambini in toscana ruzzano, pensavo che la squadra avesse raggiunto un livello di forza mentale e invece non è così, bisogna andare a raschiare sul fondo del barile.”
Tornano i bambini, Spalletti si aspettava una reazione più matura da parte dei giocatori a questa crisi, che si sta protraendo più del previsto.
“Farò la somma di quello che è stato essere interista vivendo la Pinetina 10 ore al giorno minimo, standoci dentro e conoscendo le persone avendo un rapporto con tutti, perchè io non mi fermo al fatto estetico, se vuoi avere amici devi comportarti da amico e io ho tanti amici, io mi comporto da amico, poi solo in fondo si fanno le analisi complete, le cose si modificano, due mesi fa sia aveva un’idea, ora se ne ha un’altra, in fondo si tireranno le somme e ci si dice le cose che bisogna dirsi.”
“Vanno fatti anche discorsi antipatici se ce ne è bisogno, va messo davanti in base ad ogni comportamento che hai devi sapere mettere davanti il bene dell’Inter. E’ il discorso del quotidiano, come lavori, come parli e poi i giocatori non sono abituati, non gli piace stare in un momento come questo e reagiscono in maniera più difficile. Ma bisogna calarsi nella realtà che siamo, che siamo in un momento di difficoltà”.
Spalletti si ripete, se le cose continuano così a fine anno lascia l’Inter, lui ha un linguaggio diretto con i giocatori, anche duro, da toscano, da amico che dice le cose in faccia, forse qualcuno nello spogliatoio si è offeso per i suoi modi bruschi.
“Rafinha o prima o dopo un pezzo di partita lo gioca”.
Rafinha giocherà dal primo minuto venendo sostituito a partita in corso, oppure entrerà durante la partita.
“Abbiamo uno zoccolo duro, una spina dorsale composta da Handanovic, Miranda, Gagliardini che è un professionista serissimo, ma anche Candreva quando ha i suoi momenti di esaltazione, questa settimana in allenamento ha tirato tre sassate all’incrocio, poi in partita…”.
E’ chiaro che sono gli attaccanti ad essere sotto accusa, ma la base c’è, le fondamenta sono sane, la difesa prende pochi gol e il gruppo a parte qualche prima donna è solido.