E’ uno Spalletti che usa il classico bastone e carota alla vigilia di Inter-Lazio. Rassicura i giocatori, ma allo stesso tempo li sfida a far vedere chi sono, rivendica quanto di buono fatto finora, ma ammette di essere sorpreso dalla mancata reazione alle prime difficoltà, ma poi insiste sull’aspetto psicologico, sulla forza del gruppo, non allude mai alla stanchezza fisica ed evita anche quasi del tutto discorsi mediatici, se non un sibillino riferimento agli “spaventatori professionisti”. Fa anche un paio di ammissioni implicite, dicendo di voler fare un passettino indietro nelle scelte di formazione, si ritorna al centrocampo Gagliardini-Vecino-Valero che tanto aveva fatto bene e – l’altra ammissione – conviene che bisogna anche fraseggiare centralmente, ma come detto senza cambi d’assetto, caso mai saranno le ali che dovranno tornare ad accentrarsi come facevano fino al mese scorso, in particolare Candreva per dare spazio alle discese di Cancelo, mentre l’altro terzino dovrà rimanere più in copertura. Poi lancia duri avvertimenti agli scontenti, assolve Joao Mario, ma fa capire che qualcuno nel suo entourage lo ha messo fuori strada e lui ha pagato in concentrazione nel derby fallendo quel gol, lo stesso monito ora viene rivolto a Cancelo. Di seguito le sue parole nella conferenza di quasi un’ora al Media Centre di Appiano.
“Se avessimo perso con Napoli e Juve e poi vinta una delle ultime due, il modo di vedere le cose sarebbe diverso”.
“Dobbiamo avere in mente chi siamo e da dove veniamo, sapendo di essere una squadra forte non andremo mai in difficoltà se non lo vorremo”.
“Abbiamo dati che non ci fanno essere pessimisti. Chi è pessimista non raggiunge risultati importanti, ma poi bisogna portare dei dati di fatto. In questi dati si trovano le soluzioni”.
“Bisogna essere abituati agli spaventatori professionisti, ma non mi riferisco solo ai giornalisti, ai tifosi delle squadre avversarie, a chiunque voglia parlare di Inter, che dicono che il quarto posto è a rischio, ma lo sarà fino alla fine del campionato.”
“Domani in più di sessantamila, i tifosi hanno fiducia, ora che si è perso e vedo queste reazioni dei tifosi ne sono innamorato e i miei calciatori la vivono allo stesso modo.”
“Questi calciatori hanno il colpo in canna per risolvere le partite, hanno il colpo di reni, poi bisogna ricostruire il contesto per ridargli la sicurezza”.
“Se un giocatore fa un passaggio timido tutti diventano timidi in questo modo, se uno fa un contrasto forte si diventa una squadra forte, ma noi siamo forti.”
“Centralmente bisogna palleggiare di più e con più qualità per penetrare di più nel settore centrale, ma bisogna metterci mano e bisogna stare attenti quando perdiamo palla, loro sono bravi a ribaltare il campo”.
“Anch’io sono un po’ sorpreso di questa mancata totalità di buttarci dentro tutte le forze per reagire alla difficoltà, nella quale non ci abbiamo messo tutto tutto, ma se si fa gol nel derby… Sicuramente dovevamo fare qualcosa in più, nelle altre due partite non ho visto una squadra nei guai, l’ho detto prima, perchè noi ci si vada totalmente bisogna metterci del nostro. Si fanno discorsi mirati, dialoghi individuali, si cerca d’aiutare chi è in difficoltà, e poi si attua il piano che ci siamo detti”.
“Sento parlare di campionato eccezionale di Roma e Lazio, le altre due extraterrestri, ma noi siamo in quel contesto lì, perchè noi abbiamo fatto vedere delle qualità che abbiamo.”
“Candreva centrale e Cancelo alto a destra? Lo si può fare anche con un movimento a catena senza cambiare, io non farei confusione in questo momento, anzi io farei un passettino indietro, cioè andare a rafforzare le nostre convinzioni, per cui le scelte saranno molto simili a quelle fatte finora”.
“Non mi sta bene sentir dire qualcuno io voglio giocar di più, perchè se dici se non gioco vado via a gennaio tu ti sei dato una scadenza, a uno che dice così se fossi un giornalista gli vado addosso, lo trito, perchè se tu non vedi l’ora di arrivare al 31 dicembre come lavori il 25? Vuoi giocare di più? Se giochi bene giocherai di più. Tu ti sei posto ‘sta scadenza, io no, tu devi fare il tuo lavoro corretto, se uno la pensa così si toglie qualcosa, a chi dice così ha mezza vita perchè non è un modo corretto di ragionare, a star dentro un gruppo, non è interista fino in fondo come dovrebbe essere. Qualcuno si è comportato così? Se io ho da dire qualcosa a qualcuno lo dico a lui e ora non ho avuto niente da dire, ora c’è da stare con loro e fargli vedere la realtà di chi sono, dei giocatori forti in una squadra forte. Ma o siamo giocatori che sanno stare nel contesto che ci siamo meritati o sennò si va da un’altra parte”.
“Gagliardini non ha grandissime difficoltà, attraverso l’essere dappertutto con questa fisicità di presa di posizione poi perde qualcosa nella verticalizzazione improvvisa, fa tantissimi metri e poi perde qualcosa, a me va benissimo così com’è.”
“Cancelo? Dobbiamo lasciarlo un po’ libero e coprirgli le spalle. Ha fatto due buone partite, ha grande qualità, partendo dal basso è una risorsa importante.. Valencia? Fino a che Ausilio non gli dice che è di un’altra squadra rimane, può dire quello che gli pare, ma lui rimane qui, tiene il muso due partite e butta due occasioni”.
“Joao Mario è un ragazzo semplice da capire perchè ha una correttezza esagerata, a me non ha mai detto niente di particolare e di strano, ma poi qui ci sono molte postazioni intorno a un giocatore e qualcuno allude, sa, ci sono voci, però lui è un ragazzo perbene, corretto dal punto di vista professionale, se effettivamente lui ha pensato di andar via poi ha buttato via un’occasione, perchè perdi in concentrazione, l’applicazione fa la differenza e ora lui è dispiaciuto, poi si è riallenato bene, a me interessa che facciano l’obbiettivo giornaliero e lui lo sta facendo, poi se io gli vedessi atteggiamenti plateali menefreghisti allora si va a tirar fuori il problema, sono il primo a metterlo in evidenza”.
“Uomini deboli destini deboli, uomini forti destini forti, per cui facciamo vedere che uomini siamo.”