Spalletti e l’Inter ricordano la Shoah: “Chi comunica attraverso l’odio non ha futuro”

Il messaggio di Spalletti sulla sua pagina facebook

Nell’ambito del giorno della memoria, l’Inter e il calcio italiano hanno ricordato il genocidio degli ebrei e di altre minoranze perpetrato dai nazisti e dai loro alleati durante la seconda guerra mondiale. Bandiere nerazzurre come Javier Zanetti, Beppe Bergomi, Beppe Baresi e Sandro Mazzola si sono recate al memoriale della Shoah martedì scorso insieme a Luciano Spalletti e rappresentati di Milan e altre squadre, tra cui Gianni Rivera e Donnarumma. Visibilmente provati, hanno partecipato ad una visita guidata nel luogo da cui partivano i treni con i deportati.

In particolar modo il tecnico interista ha voluto rilasciare delle importanti e commosse dichiarazioni, rimarcando il valore della memoria e il dovere di non dimenticare, ma mettendo in guardia anche da una comunicazione fatta con l’odio, da come queste tragedie possano nascere anche da un linguaggio intriso d’odio (Hitler – ma anche Lenin – erano soliti riferirsi agli avversari con nomi di insetti o cimici).

Purtroppo non c’era nessun rappresentante della Lazio per l’occasione, i cui tifosi sono stati recentemente protagonisti di episodi di antisemitismo, ai quali il presidente Lotito non ha messo rimedio, anzi alimentando ulteriori polemiche. In merito a quegli episodi proprio di oggi è la notizia che i biancocelesti se la sono cavata con 50mila euro di multa senza squalifiche di campo e curve.

Arpad Weisz, l’allenatore dell’Inter morto nei lager.

Andrebbe chiarito perchè per episodi di quella che viene chiamata “discriminazione territoriale”, che per alcuni altro non è che il vecchio campanilismo che divide i comuni italiani da sempre, vengono comminate pene più dure rispetto a quello che per tutti è il razzismo più conclamato – e storicamente accertato dalle leggi razziali del 1938 con cui l’Italia si macchiò – cioè l’antisemitismo.

Anche a San Siro cori come “milanisti ebrei” non sono mai stati sanzionati dalle autorità competenti, mentre insulti pur volgari, deplorevoli e censurabili, ma di natura campanilistica e territoriale sono stati più duramente sanzionati con diverse squalifiche della curva nord.

C’è evidentemente una certa confusione su cosa sia il razzismo e come si manifesta, spesso viene confuso con i generici concetti di discriminazione, xenofobìa, campanilismo, rischiando di banalizzare il tutto e togliendo peso alla gravità di una tragedia della storia come la Shoah, ma giornate della memoria come questa possono aiutare a dipanare in un’epoca in cui forme moderne di antisemitismo, come quelle di chi nega il diritto ad esistere di Israele, si riproducono in forme nuove e sotto mantelli ideologici diversi (d’altra parte in Italia poco o nulla si sa dell’antisemitismo che era vigente in Urss).