Si rischia di essere ripetitivi, ma ogni volta che c’è una sosta per la nazionale ci ritroviamo qui a dirci e chiederci che senso ha che il campionato si fermi per 15 giorni generando un vuoto senza senso. Alcuni si spingono a dire che nel 2018 in un mondo cosmopolita le nazionali sono anacronistiche. Accetto la sfida, ma allora rilancio, che senso hanno i campionati nazionali? A quando una superlega europea e un vero mondiale per club?
Credo in un mondo globale ma non egualitarizzato e uniformato, così come i paesi, i comuni e le regioni non perdono ragione di esistere nelle nazioni, ma devono cedere un pezzo di sovranità allo stato centrale in cambio di benefici e servizi, così in un mondo diviso per grandi continenti e interconnesso le nazioni devono cedere un pezzo di sovranità, ma tornando al calcio non si tratta di abolire nazionali e campionati nazionali, ma chiedere loro una minore preponderanza, perchè non ha più senso una serie A a venti squadre quando dieci sono di fatto squadre da serie B e non hanno più senso dieci partite delle nazionali all’anno ripartite in quattro soste del campionato, fasi finali a giugno-luglio dei mondiali ed europei a parte.
Il prodotto calcio ha puntato tutto sulla quantità e non sulla qualità, il football americano dura da settembre a febbraio, il basket da novembre a giugno, il baseball da aprile a ottobre, è vero che in questo lasso di tempo si gioca tantissimo e che gli americani seguono più di uno sport, mentre nonostante tutto il calcio rimane lo sport più seguito in Europa, ma bisogna chiedersi se non sia arrivato il tempo di revisionare tempi, modi e leghe del calcio.