Come ha giocato l’Inter, gli schemi e i cambi di Spalletti, i tiri in porta dell’Inter, la tattica di Mazzarri, una sconfitta che non si può spiegare solo con la sfortuna
Ho assistito alla partita di oggi dell’Inter contro il Torino con un certo distacco, nel senso che in fondo la sconfitta odierna non mi ha fatto particolarmente arrabbiare. Un po’ perchè sono abituato a questi ko dell’Inter sul più bello, quando tutto sembra sul binario giusto, un po’ perchè comunque con la sconfitta della Roma e vedremo ora la Lazio (tra poco in campo a Udine), non cambia molto nel percorso verso la Champions.
Inoltre, perchè mi sono convinto che la strada per tornare ai vertici da parte della beneamata sarà lunga e tortuosa, ci vorranno anni e non sarà un percorso lineare, ma fatto di sussulti, passi indietro e passi in avanti, però qualcosa si comincia a vedere. Un anno fa pareggiavamo in casa del Torino e perdevamo ogni speranza di Champions, allora la squadra mollava del tutto e crollavamo al settimo posto. Oggi, perdiamo sul campo del Toro, ma siamo ancora in corsa per la champions e questa brigata ha l’occasione per dimostrare di essere cresciuta andando a dar battaglia a Bergamo sabato 14 aprile 2018.
Tornando alla partita di oggi, sento molto parlare di sfortuna. E’ vero, ma ne sento troppo parlare. Sono giunto a un momento della mia vita di tifoso, sportivo, appassionato, giornalista di calcio e chi più ne ha più ne metta in cui credo che il calcio sia una cosa molto più razionale e logica di quello che si dice. In questi anni si sono avvicendati tanti allenatori sulla panchina del Biscione, ma quasi tutti accomunati dal parlare sempre di sfortuna, di come il calcio è fatto di episodi, da Mazzarri a Stramaccioni e oggi Spalletti. E anche l’ambiente interista è intriso di questa idea, è pieno di quel vittimismo che a mio modo di vedere incatena l’Inter dall’andare a prendersi seriamente quella mentalità vincente di cui c’è tantissimo bisogno.
Torniamo alla partita di oggi dell’Inter e rivediamo le sequenze. Io, onestamente, di sfortuna ne vedo solo sul palo di Rafinha, autore di un gesto tecnico eccezionale e bellissimo. Detto questo, per il resto, io dal treno della sfortuna scendo qui e vado ad analizzare le altre cause della sconfitta dell’Inter di oggi.
- L’approccio alla gara: Quando giochi con il Toro devi scendere in campo con il coltello tra i denti, devi andare ai contrasti deciso, un giocatore nuovo come Cancelo è apparso preso alla sprovvista da questo clima, mentre Gagliardini è sembrato ancora immaturo. Serve un nucleo di giocatori italiani o da tanti anni in Italia, ma anche esperti, in questa squadra
- Le parate di Sirigu e i tiri in porta dell’Inter: Tantissime le parate di Sirigu, ma onestamente, tutte normalissime tranne una, quella sulla stoccata al volo di Icardi, dove l’ex portiere del Parigi vola letteralmente. Per il resto passaggio di Perisic tra le sue braccia, tiro smorzato di Icardi, tiro centrale di Candreva, tiro sul primo palo di Candreva, tiro centrale di Brozovic, colpo di testa centrale di Skriniar, tiro centrale e alto di Karamoh, salvataggio sulla linea di N’kolou, Perisic si addormenta davanti a lui. Abbiamo un problema e la domanda è la stessa che ci facciamo da due anni: Chi segna se non segna Icardi? Serve un’altra punta da 12-13 gol in stagione, pensavamo di averla trovata in Perisic, ma ci sbagliavamo. Serve un centrocampista da 7-8 gol a stagione, il Napoli ha Hamsik, la Roma Nainggolan, la Lazio Parolo e Milinkovic-Savic. Un altro centrocampista da 4-5 e difensori forti di testa sui corner, ma questi li abbiamo, Ranocchia e Skriniar.
- E veniamo alle scelte di Spalletti, anche oggi, mi spiace dirlo perchè vorremmo parlare sempre meno dell’allenatore, cervellotiche. Sostituisce sempre e comunque Candreva e lascia in campo mister uomo in meno Perisic, che propizia il gol del Torino e si mangia due gol. Lascia in panchina Rafinha, ma sarà stato stanco. Poi lo capiva anche un bambino che per come era schierato il Torino serviva un altro attaccante affianco a Icardi, ci mette Candreva? No. Ci mette Pinamonti? No. Ci mette Eder, anche se non segna mai? No. Ci mette Ranocchia a tre minuti dalla fine. Va beh. Assurdo anche sballottare Karamoh a sinistra che stava facendo benissimo a destra e comunque cambi tardivi in generale. Serve un allenatore meno cervellotico, meno poeta e filosofo in conferenza stampa, con meno manie di persecuzione e protagonismo e più buon senso e logica.
- Lo studio di Mazzarri: Altra causa della sconfitta di oggi del FCIM è sicuramente che nel calcio moderno ti studiano, ti studiano, ti studiano. Nelle ultime quattro partite avevamo trovato soluzioni tattiche nuove, alcune in realtà che milioni di tifosi e centinaia di giornalisti suggerivano a Spalletti da mesi, comunque finalmente nuovi schemi e nuova disposizione in campo dei singoli, ma oggi Mazzarri ha dimostrato di aver studiato tutto questo. Il lancio in profondità dalle retrovie per Perisic, must visto contro Verona e Milan è stato sempre preda di De Silvestri, attento e istruito. La verticalizzazione per l’inserimento centrale tra le linee di Candreva è stata intercettata. Chapeau Mazzarri, vecchia volpe della fase difensiva, ma ora lo stesso faranno Gasperini e Maran. Per cui servono ulteriori nuove soluzioni di gioco e cominciare a usare l’arma Karamoh (e Pinamonti che fine ha fatto?), perchè oggi siamo tornati all’inizio della stagione, quando ci rendevamo pericolosi solo su calcio da fermo.