Il Milan non si farà più il suo stadio al Portello. L’annuncio dato l’altro ieri da Berlusconi era nell’aria, ma si tratta comunque di un dietrofront che spiazza Barbara Berlusconi, che si era esposta nel progetto, ma sopratutto, ed è quello che interessa a noi, l’Inter, che ormai era sicura di rimanere da sola a San Siro. Cos’è successo? Sono sorti problemi di costi imprevisti, il che significa anche che nonostante l’ingresso di Mr. Bee in società, i rossoneri non navigano in così buone acque finanziarie. Intanto l’Inter aveva già presentato il suo progetto da 120 milioni al Comune di un Meazza tutto nerazzurro: smantellamento del terzo anello e costruzione in loco di negozi, ristoranti, bar con vista fantastica sulla città lì dove sorgeva il terzo anello. Il dietrofront del Milan complica i piani, anzi li manda proprio all’aria ed è subito circolata voce di una forte irritazione da parte dell’Inter per questa capriola dei cugini. In realtà non è trapelato nulla di ufficiale, anzi questa irritazione è stata smentita da un incontro ufficiale tra Fassone e Galliani (ultima uscita ufficiale per l’ormai ex dirigente nerazzurro). Poi, giornali come il Corriere hanno sottolineato invece come all’Inter questo nuovo scenario potrebbe anche non andare così male: se il Milan non lascia San Siro, infatti, vuol dire che le due squadre lo ristruttureranno insieme dividendo così i costi. Per l’Inter alla fine ci sarebbe da risparmiare (“non possiamo litigare, abbiamo interessi comuni” hanno detto Galliani e Fassone) e questa tranquillità nerazzurra potrebbe anche dire che il Milan sta venendo incontro al progetto già messo a punto da Thohir, che oggettivamente sembra molto bello. Chiaro, i colori del nuovo Meazza non potrebbero essere nerazzurri, ma tutta l’ossatura del progetto di rifacimento rimarrebbe sostanzialmente immutata.