Gli ultrainteristi che fanno il gioco dei provocatori antiinteristi
Questo sole visto dalla finestra, questa Inter vista dallo schermo, questa realtà che sembra sempre più virtuale ci dice che nonostante ciò sì, il nerazzurro è tornato. Il regno bianconero sta per essere spodestato e non potevamo che essere noi gli artefici.
Il dibattito del momento è, come sempre quando l’Inter è prima, sul gioco dell’Inter. Non potendo dire che rubiamo, dicono che giochiamo male. Il dibattito in questione non ha però profondità storica, da una parte ma anche dall’altra, ma si sofferma solo sulle ultime quattro-cinque partite, quando l’Inter ha cominciato a badare al sodo e vincere di misura. Ci si dimentica dello spettacolare 3-0 sul Milan, dello spumeggiante 6-2 sul Crotone, del magnifico 2-0 sulla Juve, del pirotecnico 2-2 con la Roma. Già, perchè prima la squadra di Conte segnava un gol in più dell’avversario, ne prendeva qualcuno di troppo, giocava bene e perdeva però qualche punto per strada. Se la Juve invece vince di misura allora è una cinica grande con mentalità big, se lo fa l’Inter “gioca male”.
L’egemonìa culturale degli antiinteristi però trova il massimo terreno fertile proprio tra gli interisti “talebani”, quelli che si mettono sul petto la medaglietta di “vero Interista” difendendo a sciabola tratta, elmetto in testa e schematicamente a mo’ di specchio riflesso come all’asilo, cadendo nel tranello come pere cotte. Non si tratta invece di negare che l’Inter non ha giocato bene nell’ultimo mese, ma di rivendicarlo e di ricordare che però ha giocato bene nei mesi precedenti e che nel finale di campionato ormai contano solo i punti e si DEVE giocare “male”, se si vuole vincere, cioè pragmaticamente, pensando prima alla difesa e fare i punti, perchè chi gioca sempre bene arriva sempre secondo.
I vincenti giocano bene fino a febbraio, come ha fatto l’Inter 2020/2021, poi si passa alla cassa ed è un DOVERE giocare male.
Amala.