Emergono i primi retroscena in merito all’addio di Fassone, che da oggi non è più un dirigente dell’Inter. Secondo quanto abbiamo raccolto da ambienti societari l’ex dirigente juventino pagherebbe l’insistenza con la quale avrebbe convinto Thohir a rinnovare il contratto a Mazzarri nell’estate del 2014. Una causa fassonian-mazzarriana che – sempre secondo quanto ci risulta – non era condivisa da Moratti e Ausilio, che spingevano già in estate per l’ingaggio di Mancini, il quale poi fu chiamato a guidare l’Inter in novembre, perchè Thohir nel frattempo si era pentito di aver dato ascolto a Fassone ed esonerò Mazzarri, ma ormai dovendogli un contratto di due anni, tutt’ora a libro paga della società fino a giugno 2016. Lo stesso Ausilio ha nei giorni scorsi ricordato di avere avuto dei dissidi con Fassone, mentre appare sempre più chiaro il peso ancora forte che Moratti ha nella società. Thohir invece si conferma un presidente che dà fiducia ai suoi dirigenti, ma se non portano risultati agisce di conseguenza. Non dimentichiamo che l’estate scorsa Mazzarri strappò un contratto da 3,5 milioni annui.