Proviamo a leggere la rosa e le potenzialità dell’Inter da un punto di vista particolare. E cioè analizzando le riserve della formazione di Mancini. Cerchiamo cioè di capire qual è la profondità della rosa, elemento chiave per lottare ad alti livelli, quando infortuni e squalifiche falcidiano puntualmente ogni squadra in un campionato duro come quello italiano. In difesa possiamo dire che i titolari dell’anno scorso sono diventati le riserve. Mi pare quindi un elemento in parte positivo. Se i Ranocchia, i Jesus e i Vidic hanno avuto molte difficoltà a reggere l’intensità di una stagione, non vuol dire che non possano essere dei buoni rincalzi. Tra i terzini le riserve saranno D’ambrosio, Montoya, Nagatomo e Dodò. Sospendendo ogni giudizio sullo spagnolo, gli altri sono giocatori che sono stati titolari negli anni scorsi. Anche qui direi ne’ bene ne’ male, possono essere dei buoni sostituti anche se hanno dimostrato di non essere da Inter come titolari. Il centrocampo invece mi pare il reparto che dal punto di vista della profondità sia quello maggiormente rinforzato. L’anno scorso le riserve erano Obi e Kuzmanovic, ora giocatori come Guarin, Medel e Brozovic sono perfetti come riserve. Guarin è un’incostante nell’arco dei 90 minuti, ma se utilizzato per uno spezzone di gara può tirar fuori la giocata in ogni momento. Medel è perfetto per entrare nei minuti finali a difendere il risultato, sia come terzo di difesa se si passa al conservativo 3-5-2, sia come elemento in più a centrocampo a far da diga. Anche Brozovic è un ottimo rincalzo, non eccelle dal punto di vista tecnico ma può buttarsi nella mischia con dedizione e volontà, inoltre è molto eclettico e può sostituire chiunque in qualunque ruolo del centrocampo. In attacco dipende dal modulo. Se si decide di giocare con il 4-2-3-1 siamo contati, se si gioca invece con tre attaccanti (tridente o trequartista con due punte) allora abbiamo dei rincalzi di lusso come Palacio e Ljajic. Da verificare Biabiany e Manaj.