Mazzarri non vuol sentire parlare di obbiettivi e dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia ha dichiarato, “Siamo stati chiari io e la società sin dal primo giorno: volevamo provare delle cose, le stiamo facendo al meglio. È un anno di rifondazione, la gente lo capisce e lo accetta”.
Affermazione bizzarra che ha suscitato più di una perplessità. Ma non sia mai che qualcuno contesti queste parole e infatti a sostegno di questa bizzarra affermazione c’è già stata la levata di scudi dei megafoni dell’allenatore di turno, che vedono in ogni critica a società e allenatore un complotto mediatico contro l’Inter. E’ questa ormai diventata una foglia di fico per difendere l’indifendibile, ai limiti della paranoia collettiva, e per zittire ogni critica interna dei tifosi con la scusa del nemico esterno, una tecnica in voga nei regimi totalitari e teocratici. Si può dire quello che si vuole, ma non è bello prendere in giro i tifosi, perchè a novembre Thohir era stato sì chiarissimo, ma non certo per dire che andava bene il sesto posto e rimanere fuori dall’Europa per il secondo anno consecutivo. Ecco cos’ha detto il presidente nerazzurro due mesi fa: “La scorsa stagione ci siamo classificati al nono posto, adesso speriamo che già in questa stagione si possa andare meglio, che possa arrivare il quarto o meglio il terzo posto.“. E’ chiaro? Obbiettivo minimo l’Europa League, ma meglio ancora il terzo posto e la Champions. Ma ben più spavaldo era stato Mazzarri in luglio, quando dal ritiro di Pinzolo proclamò, “non firmo per il terzo posto”, ammiccando ad un clamoroso scudetto.