“Posso fare i complimenti alla Juve, senza essere insultato?”, si chiede Fiorello sul portale preferito da fanatici e insultatori, Twitter. Lui, interista doc, ha visto la Juve battere il Barcellona 3-0, da sportivo vorrebbe complimentarsi, ma ha visto cos’è successo a Gagliardini, dopo essere andato allo Juventus stadium ad assistere alla gara. Viviamo in un’epoca dove l’integralismo sta riprendendo piede, lo vediamo tutti i giorni, non solo tra i mussulmani, anche se va detto, onde evitare i catastrofismi, che la gran parte dei commentatori sul social network ha difeso il centrocampista nerazzurro. Però ci sono, questi che vengono definiti haters, questi cultori del vaffa, questi talebani sempre pronti a mettere in piedi il teatrino dell’inquisizione, questo branco triste di complottisti, questa gente che, in verità, non c’entra nulla con l’interismo. Sì perche forse possono andare bene per altre squadre, ma l’Inter ha nel suo Dna e nella sua storia il pensiero dissidente e controcorrente, la natura anticonformista, una signorilità tramandata di presidente in presidente, da Fraizzoli che si dispiaceva del Milan in serie B, dalla famiglia Moratti la cui eleganza nessuno può mettere in discussione, fino alla misura e alla compostezza di Pellegrini. Ciò, va da sè, non toglie le rivalità, le battute, l’orgoglio, la goliardìa del tifo calcistico, ma sempre dentro un carisma gentile, una cultura del merito e non della faziosità di appartenenza, tipica di una squadra nata negli ambienti della liberalità borghese ed erede della tradizione milanese più antica. Ecco perchè il vero interista non sarà mai un talebano. Cambiate squadra.