Si riparte amici di Calciointer. Da oggi torniamo online a pieno regime con la nuova veste grafica e tante novità in cantiere per i prossimi mesi. E anche l’Inter è chiamata agli ultimi 50 giorni di stagione, 50 giorni di fuoco dove ottenere a tutti i costi la qualificazione in Champions.
In queste ore tiene banco l’addio di Sabatini dal mondo Suning, dopo quello di Capello dallo Jangsu. Diciamo subito chiaramente che le cose non vanno bene e Suning deve molte spiegazioni, che probabilmente mai darà, ma è anche vero che l’addio di Sabatini, proprio nel momento topico del campionato, è davvero intempestivo. Per il bene dell’Inter poteva aspettare la fine del campionato per ufficializzare lo strappo, che secondo alcuni è dovuto al blocco degli investimenti operato dal gruppo cinese in questi mesi, ma forse va ricercato anche nei rapporti di potere e in una certa catena di comando moto rigida, che non ha dato al dirigente italiano quel potere decisionale che si aspettava.
L’estate scorsa, mentre alcuni “giustificavano” Suning con il paravento del Fair Play finanziario, noi vi dicevamo che il problema era politico, legato alle decisioni del regime cinese e ora tutti lo hanno capito. Cari amici, i cinesi non sono fratelli del mondo, ma fratelli della Cina, sono nazionalisti, non globali, questo non vuol dire che dobbiamo aspettarci tutto il male possibile, ma dobbiamo capire che siamo subordinati a certe logiche economiche, politiche, strategiche.
La soluzione? Innanzitutto l’Inter deve tornare almeno in parte in mani italiane, lombarde, milanesi, e poi sperare che si sblocchino alcune situazioni, dallo stadio, alla nuova cittadella interista, realtà che possano creare ricavi da reinvestire. Suning ha investito 500 milioni nell’Inter e non ha nessun interesse a fare figuracce, ma non considererà mai l’Inter come lo facevano Moratti, ma anche Pellegrini e Fraizzoli. Ora ci rendiamo veramente conto cosa voleva dire avere dei presidenti tifosi e di quanto fossero presuntuosi certi discorsi sulla necessità di avere una società gestita in maniera manageriale e non come una famiglia. Amala.