Per Conte l’Inter ha perso a Dortmund per limiti strutturali, ma…

le parole dell’allenatore dell’Inter dopo la partita di Champions

Mg Lugano (Svizzera) 14/07/2019 – amichevole/ Lugano-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sportnella foto: Antonio Conte

Al termine del match perso in Germania, le parole di Conte fanno forse ancora più rumore dei tre tonfi nella ripresa.

Conte oriali

Il trainer nerazzurro non ha usato mezzi termini e si è lamentato di essersi fidato troppo dei dirigenti in sede di calciomercato. Ha sottolineato come non puoi fare più di tanto se giochi con chi arriva dal Cagliari (Barella) e dal Sassuolo (Sensi). Viene da chiedersi come devono sentirsi due giovani calciatori italiani emergenti ad ascoltare dire una cosa del genere dal proprio allenatore. La società ha speso quasi 200 milioni nell’ultimo mercato, di cui quasi la metà per Lukaku. A dire il vero quello che stupisce è il catastrofismo di Conte, che in fondo è pari a quello di chi ha già iniziato la crociata contro l’allenatore stesso. In realtà la Beneamata non si trova affatto in una situazione drammatica, in questi anni dieci abbiamo visto ben di peggio. Attualmente seconda in campionato ad un punto dalla Juve, con nove vittorie un pareggio e una sconfitta, qualche problema in più in Champions, terzo posto, quattro punti, una vittoria, un pareggio e due sconfitte, ma nel prossimo turno si va a giocare a Praga mentre il Dortmund dovrà giocare sul campo del Barcellona, che in casa di solito vince sempre. C’è la possibilità di tornare a parimerito a sette punti per poi giocarsi tutto all’ultimo turno in casa contro un Barcellona già qualificato e con una differenza reti migliore dei gialloneri.

Che la rosa sia incompleta e limitata è verissimo, ma se si è all’inizio di un nuovo progetto non si capisce questa frenesia. Conte è il primo tifoso della squadra che allena e odia perdere, ma in questo sembra superare i tifosi interisti, notoriamente e giustamente esigenti e ambiziosi (se tifi una squadra che si chiama Inter è nel tuo Dna essere esigente e ambizioso). Ma non bisogna esagerare, e se il club ti paga 10 milioni all’anno, il doppio e il triplo dei giocatori, vuol dire che sei tu quello che deve fare la differenza, sei tu il top-player che deve spingere oltre i propri indiscutibili limiti la rosa a disposizione.

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