9 agosto-1 novembre 2016. La storia di De Boer sulla panchina dell’Inter dura quanto la vita di una cicala e cade coi primi freddi. Eppure l’immagine del tecnico olandese è quella tutta d’un pezzo, il suo era un lavoro più da formica e non si stancava mai di dire che aveva bisogno di tempo. Tutti concordano nel dire che era l’ultimo responsabile della situazione in cui versa l’Inter ed è sicuramente vero. Vediamo però quali sono i numeri di questi due mesi e mezzo, ma effettivamente non sono esaltanti, anche se coerenza avrebbe voluto insistere su di lui:
5 vittorie, 2 pareggi e ben 7 sconfitte, con 15 gol fatti (8 da Icardi) e 19 gol subìti lo score di FdB. Il dato statistico più significativo è però questo: solo 4 gol nei primi tempi. La squadra non entrava mai convinta in campo. Ed ecco l’altro dato saliente: Per dieci volte su 14 si è passati in svantaggio. In due occasioni si è riusciti a pareggiare, in altre due si è pareggiato e poi vinto ribaltando il risultato, in ulteriori due si è pareggiato, ma poi si è tornati in svantaggio perdendo la partita, infine in quattro occasioni non si è mai rimontato (due in Europa League). L’Inter però subìsce anche una rimonta – contro il Cagliari – dopo essere passata in vantaggio. Va in vantaggio e poi vince contro Empoli, Southampton e Torino. Dopo la sosta di ottobre le cinque partite che hanno segnato il destino di Frank: Due vittorie e tre sconfitte. Le vittorie contro Southampton e Torino non sono state considerate significative e forse troppo sofferte, ma il destino di De Boer viene probabilmente già deciso dopo Cagliari e Atalanta.