Non una notte magica, ma un punto stellato

Manchester City-Internazionale Milano 0-0

Buon pari dell’Inter a Manchester, come si dice in questi casi, anche se non è stata propriamente una notte magica di Champions, tutte e due le squadre a modo loro hanno giocato in maniera guardinga e attendista, il City seppur attaccando quasi sempre a pieno organico e in tutta l’ampiezza del fronte offensivo, ma appunto quasi attendista nel senso di attendendo l’errore della difesa, che non è mai arrivato o che si aprisse un varco nelle maglie strette del Biscione, senza mai accellerare. L’Inter invece in senso attendista letteralmente parlando, cioè aspettando e ripartendo con dei contropiedi innescati quasi sempre da un invulnerabile Barella, che meritavano migliore utilizzo da parte degli offendenti. Sinceramente non ho capito perchè veniva sempre incontro Thuram e Taremi attaccava la profondità e non viceversa, come ci si aspettava per caratteristiche individuali dei due. Ho capito invece perchè Lautaro non ha giocato dal primo minuto, faticava a reggersi in piedi. In fase difensiva il lavoro di raddoppio sulle fasce di Zielinski e Barella è stato encomiabile, le posizioni e le distanze sono state perfette, i citizens hanno lavorato ai fianchi pensando che i ragazzi prima o poi si si sfiancassero, ma hanno retto, al netto di qualche incertezza di Bastoni. Non si è praticamente mai andati in sofferenza, peccato non aver sfruttato meglio diverse situazioni in contropiede, tra l’altro nelle rare occasioni in cui è stato impegnato, il portiere biancoazzurro non è sembrato in grande forma. Benissimo invece Sommer, anche lui non ha dovuto compiere miracoli, ma ha sempre trattenuto i tiri evitando di rimetterli in gioco per l’eventuale tap-in di Halland. Non è stata una notte magica, come detto, ma è un punto stellato, che fa ben iniziare questo lungo percorso, le simpatiche banderuole che non aspettavano altro dopo Monza che Inzaghi perdesse per massacrarlo, ora gli stendono tappeti rossi per un pareggio, quando lui però voleva vincere. Ora il Derby.