Netto aumento dei ricavi in casa Inter. Nell’ultimo anno Suning ha portato le entrate da 179 a 262 milioni. Un bella crescita che va quasi a pareggiare i costi, ma che sottolinea sopratutto quanto si era scesi in basso negli anni di Thohir. Superare i 200 milioni era infatti la norma negli anni 2000 e Suning al momento non ha fatto altro che tornare a quei livelli, anche se è vero che poi le spese all’epoca di Moratti erano di gran lunga maggiori, d’altronde erano spese che servivano ad acquistare i migliori giocatori sul mercato e che rendevano molto in termini di successi sportivi, oltre ad essere ripianate in buona parte dal portafoglio personale di Moratti stesso. Oggi pesano sul bilancio il minor valore dei diritti televisivi, decisamente sceso in questi anni a causa del calo di appeal della Serie A, oltre alla mancata qualificazione alla Champions, che porterebbe (e portava) in dote almeno 35 milioni. Viene da chiedersi se non sarebbe il caso di fare uno sforzo economico maggiore, in termini di sponsorizzazioni interne, per poter alimentare un circolo virtuoso fatto di successi sportivi, diritti economici Champions, maggior aumento dei ricavi commerciali con tifosi più ben disposti a spendere e più sponsor invogliati a subentrare dai successi. Recentemente il Ceo nerazzurro Antonello ha parlato dell’obbiettivo Suning di generare ricavi e saldi positivi anche in caso di piazzamenti sportivi non eccelsi o non costanti: oltre a non essere propriamente musica per le orecchie dei tifosi, viene da chiedersi se questo sia fattibile, se veramente una squadra come l’Inter sia un brand così potente da fatturare anche in caso di quarti o quinti posti continuati. Riflettiamoci.