Dopo aver negli anni scorsi riportato alla luce la vicenda di Arpad Weisz, grazie al libro di Matteo Marani, l’Inter oggi nel giorno della memoria ricorda un altro allenatore, il successore di Arpad, l’ungherese Istvan Toth-Potya. Nell’articolo odierno di Roberto Brambilla si ripercorre la parabola in nerazzurro di questo tecnico – ex grande calciatore – che introdusse la preparazione pre-campionato nel suo paese. Istvan allenò l’Inter per una sola stagione, classificandosi quarto, ma la società nerazzurra lo ricorda oggi perchè si distinse come un giusto della storia. Tornato nel suo paese, infatti, negli anni ’40 insieme a Geza Kertesz isitituì una rete clandestina per salvare gli ebrei dalle deportazioni naziste, salvandone innumerevoli, nascondendoli in case fidate o istituti religiosi. Scoperto, fu fucilato il 6 febbraio del 1945, una settimana prima della liberazione di Budapest da parte dell’Armata Rossa.
Fonte: Inter.it