Muntari schock, segregato dall’Inter per anni ad Appiano Gentile per pochi milioni di euro all’anno. La favola di Muntari si è conclusa bene, grazie alla volontà di Dio e alla bacheca di Milanello.
Ora siamo tutti più sereni e il mondo è un posto migliore, ma questi anni il povero Muntari ha dovuto vivere un inferno nella lande umide e buie di Appiano Gentile. Ora che è libero sappiamo tutta la verità sulla sua permanenza forzata all’Inter. Retribuito con un pugno di milioni di euro all’anno, Muntari era costretto a subire le angherìe del famigerato Zanetti, capo del clan argentino di Appiano, che lo torturava con frasi del tipo “vedrai che con il lavoro e l’impegno i risultati arriveranno”, o peggio “Una vita sana, da atleta, ti permetterà di giocare fino a 40 anni”. Per non parlare del capo dei capi, Moratti, che lo tormentava ogni giorno con quel “sei un bravissimo ragazzo”, o cattiverie come “devi solo aggiustare un po’ la mira e il gol arriverà”. Ora Muntari si trova in un posto sicuro e protetto, nel clima mite e temperato di Milanello, grazie ad un blitz dei Commandos Tigre che lo hanno liberato dalla prigionìa. Qui potrà rilassarsi tra le irresistibili e raffinate battute di Cassano e Gattuso, imparare nuovi sport come il kick-calcio di Ibrahimovic e migliorare le sue doti nel scarpon-calcio grazie a Van bommel e Ambrosini. Tutto questo grazie a Dio e al magnanimo pastore di questa felice e libera comunità, l’altissimo Silvius. Il più felice è il fido Galliano, “con lui in campo, se le cose si mettono male, potremo sempre rompere un riflettore con la sua infallibile mira e ritirare la squadra dal campo chiedendo la vittoria a tavolino.” Il bene ha trionfato ancora, Inter così non si fa.