Moratti e Thohir, cosa manca per chiudere

Ieri, al termine del Cda, Moratti ha fatto un’apertura senza precedenti a Thohir: “La trattativa con Thohir va avanti bene, c’è buona volontà da ambo le parti, cercheremo di fare il meglio per l’Inter.” Moratti si è spinto a parlare in prima persona plurale, che è l’ottica nella quale sta approdando la trattativa, che prevede una conduzione in tandem per i prossimi due-tre anni, al termine dei quali ridiscutere la percentuale delle quote, con la maggioranza che presumibilmente passerebbe a Thohir. Moratti ha confermato quanto avevo ipotizzato due settimane fa, che oltre alle questioni economiche c’è da concordare un progetto tecnico comune: “Visto che poi lavoreremmo insieme, ci interessano che convergano le idee sulle linee da seguire per la squadra e per la società. L’aspetto delle quote è relativo.” Insomma, considerato che tutti e due, chi più chi meno, rimarrano vicini al 50%, nessuno governerà l’Inter a maggioranza, ma bisognerà avere un piano in comune. In questo senso dovranno incontrarsi la visione più conservatrice di Moratti, che vuole rinnovare la squadra lentamente e gradualmente, con le idee di Thohir, più legate ad un’idea di società che lancia i giovani, come avviene al Barcellona o all’Ayax, producendoli per lo più in casa. In secondo luogo, va messa appunto una road-map per l’acquisizione progressiva di quote da parte dell’indonesiano. E’ chiaro che Thohir avrebbe l’interesse di fissare già ora tempi e costi del processo, con un’Inter che ha perso valore economico dopo le ultime due stagioni fallimentari. A Moratti invece conviene rimandare questa discussione tra un paio d’anni, confidando che nel frattempo l’Inter sia tornata in Champions e il suo valore economico sia cresciuto, per poter vendere la maggioranza delle quote ad un prezzo maggiore e riservandosi di vedere all’opera Thohir come socio nella fase di transizione.

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