“Tutti noi tifosi, quando la squadra va male, butteremmo via tutti, poi invece quando le cose vanno bene capisci meglio le qualità di tutti: stasera abbiamo visto di poter contare su alcuni giovani ma anche su alcuni non giovani, che hanno carattere e orgoglio. Questo mix, questa proiezione, è quella che va mantenuta.”
Così Moratti a fine partita ieri sera, un nuovo cambiamento di rotta a seguito di una partita che, per la cronaca, ha visto l’Inter eliminata, seppur a testa alta. Ma rivediamo le dichiarazioni del presidente nelle ultime quattro partite: Dopo l’impresa con il Catania sull’onda dell’entusiasmo si spinse a definire i senatori “insostituibili”, ma tre giorni dopo al termine del naufragio di Londra apre ad un ricambio generazionale, da farsi con “calma e pazienza”. Quindi arriva la disarmante sconfitta in casa col Bologna, Moratti è furioso e ora sono tutti in discussione, persino l’intoccabile Branca e si vocifera di una rivoluzione a giugno. Arriviamo così a ieri, basta una serata da Inter, dopo mesi a ritmo retrocessione, per ritornare al ritornello del mix giovani-vecchi e dei senatori su cui si può sempre contare. Moratti è un tifoso ed è ciecamente innamorato dell’Inter, ma questa umoralità non fa bene. Se c’è una cosa invece che questa stagione ha detto chiaramente è che questa squadra ha bisogno di una profonda ristrutturazione e non si può più fondarne l’ossatura sugli eroi reduci del triplete.