Moratti non risponde e la curva lo acclama

Entriamo nell’ottica che ogni mossa di Moratti va ora letta nell’ambito della trattativa con Thohir e non fa eccezione la visita alla festa della curva nord. Il patron vuol farsi vedere da Thohir come un amato capopopolo, e per farlo sceglie una platea identitaria, che predilige il senso d’appartenenza ad un’Inter vincente. Qui Moratti gioca in casa, qui va di moda lo slogan “l’Inter agli interisti”. Confesso che lo trovo uno slogan totalmente privo di significato, allora perchè non fare un bel sorteggio tra gli interisti per decidere chi sarà il prossimo presidente. L’Inter ha bisogno di competenza, professionalità, ambizione, disponibilità economiche, non di analisi del sangue e medagliette sul petto. Tornando alla festa della curva, la facilità con cui Moratti liscia il pelo ai suoi fan è disarmante: “La contestazione di maggio? è stata civilissima, io mi sarei scritto cose ben peggiori”. Già, peccato che Moratti non ha nessuna intenzione di cambiare la fallimentare linea societaria, ne’ di rispondere a nessuna delle 12 domande poste in maggio. Ma l’apoteosi è quando pronuncia la parolina magica: “Si parte sempre per vincere lo scudetto, siete un pubblico fantastico”. Pensare che prendevamo in giro i milanisti quando il loro presidente li imboniva con promesse fantastiche, ma tutto il mondo è paese. La dura realtà traspare una volta sceso dal palco, tra i fumi del morattese: “Mazzarri non ci ha fatto alcuna richiesta, serve un mercato necessario”. E intanto si apre alla cessione di Guarin: “E’ un giocatore molto bravo e quindi piace per  forza. E al Tottenham interessa davvero.” Ma nessuno se ne accorge e in fondo che importa, l’importante è avere l’Inter nel cuore insultando ossessivamente Balotelli e augurandosi che non finisca in mani straniere. L’Inter. Che poi sta per Internazionale.

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