In piena notte la cassazione ha messo la parola fine alla dolorosa vicenda di calciopoli. E ‘stata confermata la condanna per associazione a delinquere per Luciano Moggi e Giraudo, condannato anche per frode sportiva. I reati, poi, cadono in prescrizione, ma la notizia è che l’ultimo e definitivo grado di giudizio della giustizia italiana ha sancito che ci fu effettivamente la frode sportiva da parte dei dirigenti bianconeri. Fine.
6 commenti su “Moggi, la cassazione conferma i reati che poi vanno in prescrizione”
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Dopo tutte le malefatte che hanno compiuto i dirigenti juventini, gli è già andata di lusso ad andare in serie B! Sono tornati in serie A subito e dopo qualche anno, questa volta con pieno merito, sono tornati a vincere.
Faccio una riflessione sulle polemiche di questi giorni su calciopoli, che ormai ha stufato tutti!
Mi sto rendendo conto di quanto bruci ancora molto il triplete dell’inter… gli juventini non riescono a darsi pace che l’inter dopo aver mandato in serie B la juve (secondo loro), abbia poi vinto 5 scudetti fino all’apoteosi finale del 2010. Ed è proprio quest’ultima che fa rodere il fegato ancora a tutti i tifosi juventini con mio sommo godimento!!
Parliamoci chiaro, dopo 50 anni oggi si celebrano ancora gli eroi della grande inter di Herrera, così come fra 50 anni verrà celebrato ancora il grande milan di Berlusconi delle 5 Champions League e l’inter di Moratti e Mourinho che ha fatto la storia col triplete (unica squadra in Italia).
La juve è nella storia italiana ma non in quella mondiale. Stendiamo un velo pietoso sull’Heysel, e la Champions del ’95 vinta ai rigori sull’Ajax non possiamo proprio dire che è entrata nella storia (non se la ricorda più nessuno). Forse ci si ricorda ancora del gol in intercontinentale di Del Piero ma poca roba rispetto a milan e inter.
E’ proprio per questo motivo che i tifosi juventini non riescono a darsi pace ancora oggi! Non tanto per gli scudetti che ha vinto l’inter ma perchè, dopo calciopoli, l’inter è entrata nella storia del calcio mondiale, cosa che la juventus non è mai riuscita a fare.
E’ questo strisciante complesso di inferiorità nei confronti delle milanesi che non riescono ad accettare, ancora oggi che stanno stravincendo in Italia, continuano a provare questo sentimento di rabbia e frustrazione.
Time, condivido appieno il tuo commento. Il Triplete li ha mandati in bestia in quanto è riuscito a dare più consistenza agli scudetti vinti, azzerando la loro voglia di considerarli cartonati. La prima volta che vissi il loro odio per noi, oltre all’anno 1961 quando Angelo Moratti invio’ la Primavera a Torino, fu una sera di maggio del 1964 quando l’Inter vinse la prima Coppa Campioni: toccarono l’acme dell’idiozia più totale. Da quel momento è stata sempre la stessa storia.
Io, da adolescente, ho vissuto gli anni peggiori! Quelli in cui l’arroganza juventina (loro marchio di fabbrica) e milanista era ai massimi livelli… gli anni degli sfottò, del non vincete mai, del non vincete niente dall’89 (anche se io andavo molto fiero delle 3 coppe uefa vinte negli anni 90 forse troppo spesso dimenticate anche da noi tifosi).
E’ vero, nonostante gli scudetti, per gli juventini ci poteva essere sempre l’appiglio di calciopoli a cui aggrapparsi. Ma con il triplete tutto questo scenario per loro è andato in fumo.
Noi siamo entrati nella storia come unica squadra italiana a vincere Champions, campionato e coppa italia mentre loro erano ancora nelle sabbie mobili del post-calciopoli.
Questo complesso di inferiorità che provano adesso non diminuirà neanche se dovessero vincere 10 scudetti di fila! Solo la vittoria della Champions League placherà il loro rosicamento!
E nonostante i 2 sorteggi molto fortunati per usare un’eufemismo, direi al limite delle ipotesi di complotto visto chi è a capo dell’uefa (mi sembra che si chiami Michel), possiamo stare molto tranquilli sul fatto che la juve quest’anno non vincerà la Champions e neanche gli anni a venire vista la concorrenza che è nettamente superiore ai bianconeri
Il problema della incapacità interista di far valere i propri successi, a proposito delle 3 coppe UEFA, sta nella povertà comunicativa della società. Percui, le “massime” o gli slogan denigrativi degli avversari diventano quasi delle verità. Da quando il “giovin signore” ha preso in mano le redini della società blanche-noir, ha messo in campo tutto il potere di cui dispone. Ed è, come sappiamo, enorme. Ci sono giornalisti di fama nazionale che osannavano le condanne di Calciopoli per poi prenderne le distanze successivamente alla linea di contrattacco messo in atto dal rampollo di casa Agnelli. Anzi, rovesciando addirittura le accuse nei confronti di Moratti (prendendo a pretesto la telefonata farsa-presa-in-giro fatta a Facchetti dal designatore arbitrale per calmarlo dalle contestazioni continue dovute agli eccessivi e ripetuti torti arbitrali subiti), colpevole, secondo loro, di aver messo in atto, insieme a Tronchetti Provera, un vero colpo di stato calcistico defraudando la Juve. Da qualche parte ho le registrazioni di quanto affermo. C’è stato un martellamento costante. Addirittura, in una radio romana molto famosa, era un continuo refrain giornaliero. E, ripeto: affermazioni fatte da giornalisti di fama nazionale. Pensiamo alle nuove generazioni, che siano interisti o no, a cosa sono stati indotti a pensare?… Credono che l’Inter abbia rubato. Senza avere la reale percezione di cio’ che l’Inter ha subito, ma nemmeno cosa abbia rappresentato nel calcio italiano e mondiale. Non se ne parla mai. Esempio: il periodo della Grande Inter è stato di un’importanza di cui non se ne ha contezza. Anche quando perse la finale col Celtic (per stanchezza), veniva considerata la squadra più forte nel mondo: salvo da parte degli avversari italiani che avevano tutto l’interesse a smantellarla. Perdemmo lo scudetto con Vieri che fece una papera all’ultimo minuto con il Mantova, facendo vincere uno scudo alla Juve: prese una palla normale con le mani che inspiegabilmente gli sfuggi’ andando in rete. L’anno dopo Vieri era tra i pali della Juve. L’Inter fu innovazione tattica, oltre ad aver creato la figura dell’allenatore moderno. Invento’ le ripartenze tanto da portare un terzino come Facchetti a segnare tanti goal: unico di quei tempi. Tanto per capirci: Giacinto ha segnato da terzino 75 goal. Monumentale. Eppure, la maggioranza degli juventini glie ne dissero di tutti i colori ricordandogli spesso le difficoltà che ebbe in una partita contro la Russia con l’ala destra Cislenko. La Grande Inter comincio’ il declino ma, nonostante la partenza di Corso, Suarez…nel 1971-72 Mazzola, con Facchetti, Boninsegna, Burgnic e il giovane Oriali, riusci’ a portare l’Inter in finale in Olanda contro la mitica Ajax. Fu l’ultimo canto di una squadra e di giocatori che avevano dato una svolta innovativa nel calcio. Mazzola, predicava un tipo di calcio (corto) che si sarebbe imposto decenni dopo. Nella diatriba con Rivera c’era questo. Ma nessuno ne parla. Essere interisti significa anche questo. E quando smise di giocare, Boniperti gli mise un assegno in bianco ove potesse scrivere la cifra che voleva: solo per giocare la coppa campioni. Il “nostro” rifiuto’: “sono interista a vita” -disse- “non posso venire alla Juve”. A novembre scorso, i tg nazionali, compreso la domenica sportiva, hanno dedicato servizi agli anniversari di Riva, Del Piero… ma nulla al nostro “Baffo”, nato l’8 novembre: un grande che ha giocato 4 finali di Coppa Campioni. Un altro record che non gli viene mai ricordato, è quello di capocannoniere con i 7 goal con cui vinse la prima coppa campioni. A proposito del “non vincerete mai”: ricordo quando Bettega lo disse con arroganza a Mazzola dopo l’arrabbiatura del mancato calcio di rigore a Ronaldo. Sappiamo bene anche lo scandalo delle “medicine” dal 1994-98…e di qualche qualche anno dopo…gli stessi giocatori francesi l’hanno affermato in Francia.. Su Platini stendo un velo pietoso. Lui è un’espressione politica ( il calcio è solo un abito), voluto fortemente da Chirac negli anni ’90, due anni prima del mondiale francese. Faceva spesso parte delle delegazioni economiche francesi soprattutto quando si andava nei paesi sudamericani. Il resto lo lascio immaginare. Ma mi fermo, potrei offendere qualche anima bella del “volemose bene” nostrano. Ma so quello che dico: sono più di 20anni che passo molto tempo in Francia. La mia donna è francese.
Nestore, sei un’enciclopedia calcistica vivente! Complimenti!!
Grazie Time, sono nato con il calcio: l’unico sport dove non bisognava spendere una lira. Bastava persino un barattolo. Mettiamoci anche un passato da collaboratore per giornali compreso un quotidiano del gruppo espresso…ma non ho mai voluto prendere il tesserino: non credo nell’esistenza degli albi. E poi, la mia attività maggiore era ed è ben altra. Posso annoverare tra i miei direttori, persino il mitico Ugo Zatterin. Oggi mi diverto senza mai tirarmela. Come sempre.