Grandi giocatori dell’Inter
Mauro, lottatore, combattente, verace, Mariolino, artista, talentuoso, mancino, le due facce della stessa Inter. Uno difensore, guerriero, l’altro ala, fantasista, in nero e l’azzurro.
Nell’ultimo anno ci hanno lasciato due uomini, due interisti. Uno era Mauro Bellugi, colpito dal Covid, tutti noi siamo rimasti colpiti da come reagì, da come non si perse d’animo, nel tempo rimarrà un simbolo non solo del mondo nerazzurro, ma di tutta l’Italia. Non voglio nemmeno entrare nei particolari, che tutti conoscete, ma davvero rimarrà nel tempo la sua forza d’animo negli ultimi giorni di lotta.
Mariolino Corso invece ci ha lasciato una anno fa, “il piede sinistro di Dio” lo chiamavano, per i suoi tiri a foglia morta, inutile dire che Massimo Moratti rivide in Recoba il suo erede. Tutti e due non erano amati dagli allenatori e dalla tattica e non a caso Mario ebbe modo di dire questa frase riportata nel libro “nerazzurri siamo noi” di Francesco Caremani:
“Un giocatore di classe non avrà mai la continuità di un mediano. (…) E poi non è vero che io giocassi da fermo, se uno non corre non arriva a giocare per venti anni a calcio. Certo, non era come oggi, dove il calcio predilige il calcio di quantità, con tanti saluti allo spettacolo. (…) le partite sono sempre più prevedibili e scontate, i gol sempre più uguali, gli schemi più rigidi, per forza la gente diserta gli stadi…”
Allora Mauro e Mario, il nero e l’azzurro…