Strategìa dirigenti Inter
L’Inter Fc Milano sul suo profilo twitter otto ore fa ha rilasciato questa dichiarazione ufficiale:
“L’Amministratore Delegato Sport dell’Inter Giuseppe Marotta ha incontrato nella giornata odierna @mauroicardi e Wanda Nara. Si è trattato di un incontro cordiale volto alla ricerca di una soluzione nell’interesse di tutte le parti coinvolte.”
Una comunicazione importante che segna una svolta in una guerra durata durata 25 giorni e che ora si rivolge a nuovi scenari più pacifici.
Come vi avevamo detto fin da subito, l’obbiettivo di Marotta non era quello di distruggere Icardi, (Leggi qui la strategìa di Marotta come ve l’avevamo preannunciata nelle settimane scorse),
ma di riportare quell’ordine necessario che non dev’essere inteso come una disciplina da caserma, ma la giusta armonìa tra la comunità Inter e le risorse individuali della squadra, tra le quali quella di Icardi, capace di segnare più di 100 gol con la maglia nerazzurra.
Appare perciò estremamente disorganico il comportamento dell’allenatore Spalletti, che continua a rincarare la dose, dopo aver accusato nei giorni scorsi Icardi di non avere a cuore l’Inter, aver di fatto aperto lui la guerra il 10 febbraio scorso dopo Parma-Inter, quando seminò zizzania accusando da una parte la società di non risolvere la questione del rinnovo del capitano e dall’altra accusando Icardi di scarsa professionalità e di non segnare da sei partite perchè distratto dalla questione del rinnovo. E ora Spalletti insiste con questa dichiarazione alla vigilia di Frankfurt-Inter:
“Ho saputo dell’incontro ma non ho avuto tempo per andare a informarmi di quello che è successo. Questa partita ci riempie il contenitore delle attenzioni che abbiamo, non c’è spazio per pensare ad altro. Bisogna usarlo tutto per lei il tempo. La partita è importantissima e naturalmente qualsiasi calciatore manchi diventa un dispiacere. Però il dispiacere extra è chi lasci a casa fuori lista, mi devasta dire a dei calciatori che non possono esserci. Questa è la vera cosa che rattrista. In campo poi ci va sempre l’Inter a prescindere da chi manca, la squadra avrà sempre questo nome e deve far valere i principi dell’essere squadra forte”.
La retorica della squadra usata dal tecnico in realtà va in contraddizione con il lavoro della società, dei dirigenti, della proprietà e della necessità che ogni allenatore dovrebbe avere di esaltare le individualità migliori.
Seguiremo l’evolversi della situazione, ma, come vi dicevamo nei giorni scorsi, la soluzione potrebbe essere molto diversa da quella che molti pronosticavano.