In questi giorni riceviamo molte visite da parte di tifosi in cerca di notizie su un possibile fallimento dell’Inter. Per quel che ne sappiamo ci sentiamo di tranquillizzare tutti, l’Inter non rischia nulla di simile, gli stipendi vengono pagati regolarmente e anche se la situazione debitoria dovesse precipitare, Moratti saprebbe intervenire nel modo necessario. Quello che dobbiamo temere non è il fallimento, ma un’altra cosa che diciamo tempo: si chiama ridimensionamento. Oggi Mancini è stato tutt’altro che sibillino, anzi quasi esplicito: il futuro dipende da cosa faranno squadra e società nei prossimi mesi. La squadra dovrà raggiungere come minimo la qualificazione in Europa League, ma la società dovrà pensare in grande iniziando ad allestire un futuro in grado di competere per lo scudetto già dalla prossima stagione. Finora non sono arrivati messaggi in questo senso, Ausilio prima e Fassone poi hanno parlato di cessioni eccellenti, ma ancora più preoccupanti sono certe dichiarazioni di Thohir, secondo il quale il brand Inter si può vendere e può produrre ricavi anche con una squadra da Europa league, e non da Champions. D’altronde lo stesso Thohir parlò di cinque anni di tempo per tornare a competere in Champions, poi si corresse dicendo tre anni, dopo le perplessità dei tifosi. Mancini oggi è stato chiaro, non è certo di rimanere con una squadra fuori dall’Europa e che non sia in grado di lottare per lo scudetto già dall’anno prossimo. Ora Thohir che farà? Il Fair play finanziario non può essere una scusa, l’Inter rischia una multa che può essere armotizzata già con la rescissione del contratto di Mazzarri, che sarebbe in procinto di trovare una nuova sistemazione. Inoltre l’avvocato Dupont (quello del caso Bosman) ha già fatto causa all’Uefa e il FPF potrebbe essere dichiarato presto illegale e diventare solo un ricordo. A questo punto non ci sarebbero più alibi.