L’urlo di Conte contro l’assenza della società

Gli sfoghi di Conte per scuotere la proprietà

Conte e oriali

Nel dopo gara di Roma-Inter 2-2 (LEGGI LA CRONACA), è arrivato lo sfogo di Conte contro la stesura dei calendari, ma con quel “quando hanno fatto il calendario forse NOI non c’eravamo” è stato chiaro a tutti che l’obbiettivo degli strali non era la Lega Calcio, ma era la società e la sua assenza. Il discorso particolare legato al fatto che l’Inter è l’unica squadra a giocare quasi sempre alle 21.45, con avversari che con questo maledetto spezzatino hanno spesso 24 ore di riposo in più alle spalle, senza dimenticare, aggiungiamo noi, che i nerazzurri ora affronteranno quattro partite in nove giorni, è un discorso particolare che può essere generale ed è la denuncia di Conte per essere stato lasciato solo in questi mesi.

Il soldatino di terracotta Steven è scappato in Cina quattro mesi fa e manda ogni tanto qualche telegramma, l’imperatore Jindong è da sempre una mummia, d’altronde l’Inter è l’1% del suo impero, proprio come Conte dice che spera che gli altri ci tengano almeno l’1% di quanto ci tiene lui a non perdere. Javier Zanetti si è come pietrificato, Ausilio è sparito dai radar, Antonello non si è mai visto, parla solo Marotta nel prepartita, tra l’altro facendo gaffes che non fanno altro che generare scetticismo e sconforto nell’ambiente.

L’interista guascone e bauscia Nicola Berti ci credeva allo scudetto e alla rimonta e lo aveva detto a chiare lettere, da buon bauscia, tanti magari invece per scaramanzia stavano più cauti, ma è in un modo o nell’altro un sogno che molti veri e vecchi cuori neroblu hanno coltivato. Solo l’interista di professione parla di “giochino mediatico” per reggere la coda della linea societaria, ma il sogno remuntada è stato coltivato da tanti e i numeri parlano chiaro. I punti gettati alle ortiche con Sassuolo, Bologna e Verona fanno la differenza. Devo dire che da milanese e lombardo fa anche un po’ di nausea sentir usare i morti del covid per le polemiche calcistiche.

Interessante notare anche che Conte non se le è presa con l’arbitro, magari conscio che c’era un rigore per la Spal nel turno precedente, ma con la mancanza di peso politico della società. La critica a Marotta è evidente, perchè è lui che si occupa di queste cose e si era detto essere stato preso proprio per aumentare il peso specifico nel palazzo del Club.

Quindi, se qualcuno c’è, batta un colpo.

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