Si era detto a lungo che Mazzarri non poteva essere esonerato per motivi di ordine economico, impossibile tenere due allenatori a libro paga, ora è arrivato uno degli allenatori più cari d’Europa. Cos’è successo? Possiamo dire tre cose: I soldi ci sono, il Fair play finanziario non è così tremendo e ora c’è una maggiore unità d’intenti tra i due principali soci. Cominciamo dal primo punto, Fassone ha parlato di soldi risparmiati dal precedente mercato, nel quale in effetti non si era speso un euro, come mai? Da una parte un Moratti poco coinvolto nelle strategie societarie, ed anche poco convinto, dall’altra un Thohir che non aveva capito bene cosa significa essere presidente dell’Inter e che pensava si potesse ragionare in termini di prospettiva di cinque anni, dove la priorità erano i conti in ordine, un modesto mantenimento dell’Europa League pensando ad un ritorno in Champions nell’arco di due anni, senza fretta. L’impatto con l’ambiente gli ha fatto cambiare idea, comprendendo che all’Inter bisogna investire. Ma anche i risultati positivi dell’incontro di Nyon, e qui veniamo al secondo punto, tanto rumore per nulla avevamo detto e infatti l’esonero di Mazzarri arriva dopo che la società ha avuto la certezza che non ci saranno sanzioni dal FPF prima di febbraio e in tal caso saranno piuttosto miti. Infine la ritrovata unità d’intenti tra Moratti e Thohir, c’è chi dice che Moratti ha promesso di ricapitalizzare solo in caso di esonero di Mazzarri, è indubbio che Mancini finalmente mette d’accordo tutti e due. Possiamo dire che in questi giorni l’opera di provincializzazione e ridimensionamento dell’Inter ha subìto una battuta d’arresto. L’Inter non è una squadra povera e non lo sarà mai.