Primo tempo che riassume pienamente la situazione attuale dell’Inter e del suo gioco. Due gol in circa venti minuti grazie a momenti dove emergono valori tecnici individuali, specie di Ljajic, Palacio, Perisic e con Icardi che oltre al gol da vero goleador gioca, udite udite, per un po’ da Aguero. Il tutto grazie alla traballante difesa del Palermo e a Babbo Natale Maresca. Ma già dall’inizio si erano visti momenti di veri attacchi di masochismo calcistico specie con D’Ambrosio, Kondogbia e Nagatomo che all’ultimo minuto dall’intervallo raggiungono il punto più grave perché coinvolge tutta la difesa e che porta al gol del Palermo con Mancini che si vede giustamente mandare a quel paese i suoi difensori. Luci e ombre che si rivedono ad inizio ripresa con il Palermo che mostra un piglio spavaldo, mentre l’Inter gioca impaurita. Ma nuovamente le individualità risolvono e addirittura rivediamo Icardi in versione Aguero al momento del terzo e decisivo gol di Perisic. Tutto si cheta poi, ma pensiamo alle prossime gare e al fatto che si incontreranno squadre ben più forti del Palermo. Oggi l’effetto gara contro la Juve si è visto a tratti, ma quello che più conta è ricordare che a una squadra che vuole conquistare il terzo posto non bastano le individualità, comunque importanti, ma deve possedere primariamente e costantemente personalità, intesa sia a livello di solidità di gioco, ma soprattutto di carattere. Quindi, prendiamo le cose belle viste, ma sino a fine campionato e per raggiungere l’obiettivo della zona Champions occorrerà quella aggressività, quella grinta, quella velocità e fluidità viste e ammirate mercoledì scorso. Comunque dopo il periodo delle due vittorie in nove partite concediamoci un sorriso.