L’Inter-Juve di Djorkaeff

Ieri abbiamo accennato al derby d’Italia del 4 gennaio 1998, ed allora eccoci, a raccontare l’Inter-Juventus più importante degli anni ’90, ovviamente in merito alle gare giocate a Milano, perchè al ritorno a Torino si consumerà il furto del secolo, il rigore Iuliano-Ronaldo non dato che diede lo scudetto alla Juve. Ma prima che la Juve sferrasse il suo colpo gobbo ci fu la partita d’andata, che dimostrò la superiorità dei nerazzurri sul campo. Insomma siamo ancora nel tempo in cui la storia del calcio non si è ancora incrinata. Gigi Simoni era accusato di difensivismo, sicuramente giocava in contropiede, ma schierava tre attaccanti: il “sciuscià” Moriero, la vera sorpresa di quella stagione, che visse un anno di grazia in quella stagione, forse l’ultima ala classica vista sui campi. Djorkaeff, un vero artista del pallone arrivato a Milano nel pieno della maturità, e ovviamente il fenomeno Ronaldo al massimo dello splendore. Per sorreggere quest’attacco ci voleva un centrocampo tosto, quella sera Simoni schierò il francese Cauet, il guerriero Simeone, bravo non solo a lottare in mezzo al campo, ma capace di incursioni offensive che fruttarono sette gol in quella stagione, due al Milan. Infine un giovane Zanetti, rivedendo le immagini di quella partita suscita malinconia vedere la sua potenza esplosiva di allora. In difesa Sartor, Galante, Bergomi e Taribo West, tra i pali Pagliuca. La Juve di Lippi era una squadra di soldatini e randellatori con un solo grande campione, Zidane, che presto fu ceduto al Real Madrid. A Milano si presentò con tre difensori centrali (Ferrara, Montero, Iuliano), due terzini (Birindelli, Torricelli), due mediani (Davids, Conte), un fantasista (Zidane) e i due attaccanti Del Piero e Inzaghi, il quale quella sera si confermò il calciatore più scorretto della storia del calcio italiano segnando un gol di mano, fortunatamente annullato. Che una squadra così finisse tutte le partite in undici e avesse il minor numero di ammoniti della serie A doveva dar da pensare già allora. Quella sera come sempre la Juve la mise sull’agonismo, per non dire sulla rissa, ma emerse la classe di Djorkaeff, più ancora di Ronaldo, comunque decisivo con un assist, e l’Inter tocco il punto più alto di quella stagione, comunque da ricordare. Ma sognare costò molto.

 

 

3 commenti su “L’Inter-Juve di Djorkaeff

  1. Ho appena finito di rivedermi quella partita. Di quella stagione mi son visto anche inter-fiorentina 3-2 e inter-milan 2-2. Il calcio di Simoni era un calcio stile anni 80 oggi non più praticabile, giocava ancora con il libero e le marcature a uomo. Era una squadra tutta difesa e contropiede che puntava sulle accelerazioni di Ronaldo e la qualità di Djorkaeff.
    West fisso su Del Piero, Galante su Inzaghi e addirittura il primo tempo J.Zanetti a uomo su Zidane. Zio Bergomi libero.
    Complessivamente non era una squadra di grandissima qualità, aveva un centrocampo di corridori come Cauet e Simeone. Un contributo fondamentale in quella stagione lo diede Moriero.
    Impressionante la fisicità di West che nella marcatura a uomo era veramente tostissimo (nella zona molto meno).
    Gigi Simoni conscio dei limiti di quella squadra aveva costruito un bunker difensivo guidato da capitan Bergomi e puntava sulle verticalizzazioni per il fenomeno Ronaldo che era in molte partite lasciato solo in avanti a battagliare con i difensori avversari.
    In quella partita, per fare un esempio della mentalità di Simoni, mette Fresi nel secondo tempo al posto di Sartor e sposta Zanetti a sinistra, ma quando la juve mette le terza punta Fonseca non si fa troppi problemi nel levarlo subito (era troppo lento) e lo cambia con Colonnesse che va fisso in marcatura su Fonseca. Veramente calcio d’altri tempi!

  2. Visto che sono 4 anni che non riconosco più la mia inter, per consolarmi vado a rivedermi l’inter che mi ha fatto gioire ed emozionare. Quella in cui, a prescindere dal vergognoso furto che abbiamo subito, era un orgoglio e un vanto essere tifosi dell’inter. E poi rivedere quel Ronaldo è una cosa da far accapponare la pelle. Il vero Ronaldo l’hanno visto al psv (ma era quasi un bambino), al Barcellona e il primo anno all’inter.
    Un solo aggettivo: impressionante!
    Purtroppo dopo il terribile infortunio non ha più avuto quella velocità palla al piede e quei cambi di direzione con i suoi fantastici doppi passi.
    Comunque abbiamo avuto il privilegio di veder giocare nella nostra squadra uno dei più grandi giocatori della storia del calcio!

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