L’Inter manda all’inferno il Milan, che ora è a -8 dai nerazzurri dopo sole sette giornate. L’importante era vincere, che fosse con Cassano o con Handanovic – aveva detto Stramaccioni alla vigilia – ed alla fine il derby lo si è vinto proprio con le parate del portiere e il gol di Samuel. L’Inter è in crescita nella fase difensiva (due gol subìti nelle ultime quattro partite) e nella continuità di risultati, il Milan è fermo al palo della sua modestia.
Confermatissimo il trio difensivo Ranocchia-Samuel-Jesus, coppia di centrocampo Gargano e Cambiasso, esterni nagatomo e Zanetti, c’è l’atteso Coutinho sulla trequarti e la coppia Cassano-Milito là davanti. In pratica è la stessa formazione vista con la Fiorentina. Nel Milan coppia centrale Mexes-Yepes, Bonera a destra su Cassano, De Sciglio dirottato a sinistra, De Jong e Montolivo davanti alla difesa, Emanuelson, Boateng ed El Sharaawi trequartisti e Bojan punta centrale.
Terzo minuto, Allegri litiga con Valeri, Cambiasso batte una punizione effettatissima, Abbiati passeggia sulla linea dell’area piccola e Samuel sul secondo palo che più non si può la mette sotto la traversa di testa. Il Milan è in bambola, Abbiati sbaglia l’appoggio, ma Milito non ne approfitta sbagliando due volte sottoporta. Non è da lui. In un derby poi. L’Inter gioca realmente a tre in difesa, anche se Nagatomo a volte si abbassa sulla linea dei difensori. Il Milan prova a riprendersi, ma la manovra è macchinosa, prevedibile, asfittica; ci sono solo i tiri da fuori di Montolivo e El Sharaawy, ma è l’Inter che si mangia le mani, per ben due volte Coutinho non controlla il pallone e l’azione invitante in area sfuma. Nel finale di tempo la partita è più movimentata, Boateng stringe sul primo palo ma non trova la porta, Bojan vede l’inserimento di Emanuelson, esce Handanovic e allontana subendo fallo dallo stesso Emanuelson, inutile il tiro di Montolivo che finisce in rete, l’arbitro annulla. Milan nervoso oltremodo chiude il primo tempo tra le proteste. L’Inter si è chiusa troppo con uno scarso appoggio dei centrocampisti alle ripartenze.
Al rientro c’è Guarin al posto di Coutinho, il modulo però non cambia, anche se le caratteristiche del colombiano danno maggiore copertura in difesa e più inserimenti senza palla. Ma i piani di Strama cambiano già dopo tre minuti, tocco di braccio di Nagatomo, secondo giallo ed espulsione per il giapponese incredulo. Si passa alla difesa a quattro con Zanetti terzino destro o se scala in avanti 3-5-1 perchè subito dopo subentra Pereira al posto di Cassano, rimane Milito solo là davanti. Allegri aumenta la predisposizione offensiva dei giocatori in campo con Robinho al posto di De Sciglio ed Emanuelson passato terzino.
L’Inter soffre, ma non si scompone, il Milan tiene la palla, ma non riesce ad aggirare gli avversari in inferiorità numerica. Sono sempre i tiri da fuori la principale arma dei rossoneri, con Montolivo che prima spara in curva e poi impegna Handanovic, Bojan riprende palla e crossa, ma la semirovesciata di Boateng è alta. Nella seconda metà del secondo tempo le occasioni per il Milan si fanno serie. Ancora Montolivo dalla distanza, ancora Handanovic, ancora Bojan a raccogliere la respinta, e scivola incredibilmente. Entra Pazzini e subito manca l’aggancio in scivolata sotto porta, incubi. Solo un tiro deviato può spiazzare Handanovic, panico, palla fuori. Ranocchia manca il pallone, il portierone sloveno smanaccia miracolosamente. L’unico tiro in porta del secondo tempo per l’Inter è un debole diagonale di Palacio (subentrato a Milito) all’81’. Il finale Strama lo segue sbracciandosi e con Cassano aggrappato alle sue spalle, la fiammella del Milan però è in fase di spegnimento, non prima di un contatto dubbio Samuel-Robinho, poi si spegne del tutto. Conto alla rovescia gestendo gli ultimi stanchi assalti rossoneri e gioia immensa per il terzo derby vinto di fila. Evitato ancora una volta il pareggio, che manca dal 2004, sono seguiti 19 derby e Inter ora in vantaggio dieci a nove.