Una frase fatta: il bello del calcio è la sua imprevedibilità. Altra frase fatta: per vincere ci vogliono le motivazioni. Ieri, vedendo Arsenal- Borussia Dortmund, ci siamo resi conto che queste frasi poggiano anche sulla realtà. Nell’ultimo articolo sulla Premier League abbiamo parlato di un Arsenal che gioca un calcio di alto livello e di un trio meraviglie dei Gunners composto da Wilshere, Ozil e Ramsey. Ieri sera siamo stati clamorosamente smentiti. Ozil non è praticamente entrato in campo e, come si dice in gergo, è risultato “non pervenuto” vista la sua apatia e pochezza dimostrata. Ancora peggio Ramsey che era sì in campo ma ha commesso solo svarioni ed un suo sciagurato disimpegno in difesa ha permesso al Borussia di segnare il primo gol. Anche Wilshere non è apparso il campione che avevamo ammirato in altre partite anche se ha l’attenuante di un brutto colpo preso alla gamba che ha richiesto la sua sostituzione. Insomma un vero disastro. Da aggiungere che anche Wenger ha dato il suo negativo contributo: grave che un così esperto allenatore non abbia dato indicazioni o fatto cambiamenti una volta che per ben 30 minuti la squadra faticava a passare la sua metà campo sotto la asfissiante pressione richiesta dall’allenatore Klopp ai suoi giocatori. Ancor più grave l’aver atteso di effettuare sostituzioni: Cazorla, l’unico che ha giocato bene, è entrato nella ripresa in sostituzione di un inguardabile Rosicky. Tutto diverso l’approccio della squadra tedesca e del suo bravo allenatore. Qui “entrano in campo” le motivazioni perchè i gialli del Borussia da subito hanno mostrato grinta, volontà di fare risultato a Londra consapevoli che altrimenti rischiavano di essere esclusi dagli ottavi di finale, determinazione nell’eseguire gli schemi richiesti da Klopp, specie le belle triangolazioni e tagli sia in verticale che sulle fasce prodotti in attacco che infatti hanno dato la vittoria. Per contro la squadra di Wenger ha continuato a cercare, senza riuscirci, il suo gioco di prima, a volte bello a vedersi senza mai trovare o provare schemi diversi una volta verificato che gli avversari proprio non lo permettevano e che il loro allenatore aveva ben studiato il loro gioco. Insomma i Gunners hanno giocato molli e con un po’ di supponenza, convinti che alla fine il loro gioco avrebbe prevalso. Sono pertanto mancate le giuste motivazioni e questo, insieme al valore degli avversari, ha prodotto un risultato imprevedibile. Ma, tutto sommato, tutto ciò ci permette di accettare con piacere che il bello del calcio è la sua imprevedibilità.