L’accorata mail di una tifosa interista
Ci scrivono interisti ed interiste da 60 anni
“Alla dirigenza del Calciointer club
Spettabile Società,
Sono nata nel 1954 e negli anni sessanta ho incominciato ad interessarmi delle cose che mi giravano intorno tra cui lo sport, la politica, la musica, la cultura.
Negli anni sessanta nel calcio andavano per la maggiore le squadre del Nord, più o meno come oggi, del resto. Ed io che sono nata a Roma, e perdipiù in un quartiere romanista per antonomasia, Testaccio, sono stata attratta da una squadra del nord, l’Inter. Erano gli anni di Mazzola, Facchetti, Burnich, grandi giocatori allenati da Helenio Herrera. Grandi giocatori e grandi signori dello sport.
E lo sport aveva un’etica molto chiara. I giovani facevano molta politica a destra e a sinistra. Con toni anche accesi, persino con violenza e animosità. Ebbene in quegli anni alla mia generazione era molto chiaro lo iato che separava lo sport dalla politica e non passavano, nel modo più assoluto, negli stadi slogan fascisti o razzisti. Un segnale di civiltà, piccolo se volete, ma condiviso e rispettato e molto formativo per tutti.
Ebbene oggi, da diversi anni per la verità, non è più così.
Sono passati oltre cinquant’anni dall’Inter di Mazzola. Io sono una sessantacinquenne. Sono nonna di quattro nipoti. Vivo sempre a Testaccio. Fino ad oggi ho seguito, amato e sofferto per l’Inter nonostante la mia passione sia stata per anni messa a dura prova ed anche vessata dagli sfottò romanisti per nulla morbidi con gli avversari, persino in casa mia.
Ebbene le immagini fasciste di Milano mi hanno convinto (il 24 aprile scorso un gruppo di ultras della Lazio e dell’Inter ha esposto uno striscione reictante “onore a Benito Mussolini” nei pressi di Piazzale Loreto a Milano ndr), non potrò più essere la simpatizzante di una squadra che ha tra le sue fila delinquenti antisportivi impuniti, che strumentalizzano lo sport per altri fini; che in numerose occasioni hanno provocato la morte di altri giovani tifosi. Non posso sentirmi vicino ad un club la cui dirigenza non è capace di arginare certi personaggi violenti, antidemocratici e stupidi come quelli che hanno manifestato oggi a Milano, a Piazzale Loreto, simbolo della liberazione dal nazifascismo, con un manipolo di imbecilli laziali. Naturalmente non potrò essere neppure simpatizzante di un’altra squadra. Un po’ come in politica, insomma. E’ il destino di una generazione delle grandi passioni e dei prezzi alti pagati.
I giovani degli anni sessanta hanno visto morire molti dei loro ideali, molte delle idee a cui hanno dedicato grandi segmenti della propria vita. Ora ci avete ucciso anche il gusto di essere sportivi, l’appartenenza ad una squadra di calcio che è anche un pezzo di storia d’Italia. Di certo questa non è più la “mia” Inter. State uccidendo anche questa ultima passione lasciando che si trasformi in una guerra alla democrazia, alla convivenza civile, al senso stesso del significato sportivo.
Forse potrò soltanto raccontare ai miei nipotini: C’era una volta lo sport ed era uno degli interessi principali dei ragazzi di tutte le età, il sogno di giovani che volevano diventare come Mazzola, come Boninsegna, come Totti. Sono ragazzini a volte di famiglie povere e il calcio per loro può essere motivo di riscatto in molti sensi: possono imparare a partecipare ad allenamenti e competizioni con lealtà insieme ad altri per il gusto di gareggiare e per vincere nel rispetto degli altri compagni.
E se quel rispetto lo violano debbono imparare a loro spese le conseguenze, debbono vivere la punizione, anche severa, come una formazione dell’uomo di domani………..C’era una volta…….
Con grande amarezza, addio mia Beneamata, Dalila”
Cara Dalila, come ti abbiamo già risposto via mail, siamo sicuri che rimarrai al tuo posto in difesa del vero interismo, questi gruppi sono ormai sempre più distanti dal resto della tifoserìa, come si è visto dopo i fatti di Santo Stefano e nelle ultime due partite in casa contro Atalanta e Roma, quando si è registrata una netta frattura con il resto di san Siro interista. La società Inter è la più schierata in Italia contro questi fenomeni che altro non sono che un “eterno” rigurgito degli anni di piombo fuori dalla storia e dal tempo, anche se ci vuole più coraggio, oggi i club hanno gli strumenti legislativi per squalificare dallo stadio certi personaggi senza farli entrare.
Un caro saluto
La redazione di Calciointer – colori della notte