L’enciclopedia del calcio racconta le originali condizioni che portarono alla nascita dell’Internazionale Football Club. La scissione dal Milan di un gruppo di soci e i primi passi di un’incredibile storia. Riportiamo uno stralcio dell’articolo:
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Il calcio italiano dei primi anni del ventesimo secolo, era caratterizzato soprattutto dal grande apporto degli stranieri. In particolare svizzeri e inglesi, che per un motivo o per l’altro si trovavano nel nostro paese, costituivano l’ossatura intorno alla quale in molte città italiane andavano sorgendo società di calcio, cioè del nuovo gioco che, inventato in Inghilterra, si stava propagando a macchia d’olio nel vecchio continente. A Milano, in particolare, esistevano già il Milan, società fondata qualche anno prima, ove però il clima sereno degli esordi stava avvelenandosi a causa di una polemica che era un pò la cartina di tornasole di ciò che stava succedendo qua e là per lo stivale, e la Milanese. Dopo la prima fase di sviluppo, nella quale avevano avuto un ruolo preponderante i lavoratori inglesi conquistati in patria dal nuovo sport e desiderosi di praticarlo nelle ore di tempo libero, l’afflusso di italiani aveva riequilibrato la situazione.
A questa regola non era sfuggito il Milan, società che si era immediatamente imposta come una delle più importanti su una scena ancora alla fase embrionale. A rendere sempre meno idilliaco il clima in casa rossonera, era un gruppo di soci che teorizzava l’autarchia e la necessità di rivolgere il proselitismo soltanto ai ragazzi di origine nostrana. Questa corrente, si era ingrossata sempre di più, trovando inaspettati consensi in una società che pure molto doveva agli stranieri. A contrastare questa visione di stampo nazionalistico, v’era però una meno consistente fazione avversa, guidata dal pittore Giorgio Muggiani, lo stesso che sarebbe passato alla storia per aver dato forma grafica al Popolo d’Italia di Mussolini, che vedeva come il fumo negli occhi l’esclusione di quegli stranieri che pure avevano rivestito un ruolo fondamentale nella diffusione dello sport pedatorio in Italia. Pur essendo minoritari, costoro difesero con grande vigore le loro ragioni. Quando era ormai chiaro che gli avversari stavano avendo la meglio, Muggiani e i suoi seguaci decisero che non era il caso di perdersi in interminabili ed estenuanti dispute e di fondare un nuovo sodalizio, chiamandolo Football Club Internazionale, ragione sociale che era un vero e proprio manifesto delle idee che avevano ispirato l’operazione. La data di nascita del nuovo sodalizio era il 9 marzo 1908. Il primo presidente della storia interista, fu Giovanni Palamithotti, mentre per quanto concerne i colori, Muggiani, che mise a disposizione la sua arte per dare forma grafica al simbolo societario, scelse il nero e l’azzurro. Per inciso, che le ragioni dei fondatori dell’Inter fossero molto solide, lo avrebbe dimostrato il repentino addio al Milan di quell’Herbert Kilpin che era stato tra i fondatori del club rossonero e il primo capitano della squadra, motivato proprio dalla palese ingratitudine che il calcio italiano stava riservando a quegli stranieri che pure si erano prodigati generosamente per permettere la diffusione del football nella penisola. Muggiani e gli altri soci fondatori, con la loro lotta al gretto nazionalismo che rischiava di strozzare sul nascere il calcio italiano, dimostrarono una certa lungimiranza, la stessa che avrebbe guidato nel corso dei decenni i dirigenti, più o meno grandi che si sono avvicendati alla guida della società meneghina. Basterebbe scorrere i nomi dei tanti campioni stranieri che hanno onorato la maglia nerazzurra, a partire dallo svizzero Herner Marktl, che fu il primo capitano dell’Inter, per comprendere il legame profondo con quel cosmopolitismo che faceva bella mostra di sé nel nome stesso scelto all’atto della nascita.