Partiamo subito da un dato di questa serata: 46.807 spettatori, di cui 400 crotonesi. Certo, ad occhio qualche abbonato è rimasto a casa, ma comunque oltre quarantamila erano presenti per questa partita con il Crotone.
Prendo la metro per recarmi a San Siro, due vecchi milanesi discutono di Icardi, per il primo la moglie vorrebbe rimanere a Milano, perchè qui c’è il giro giusto, mentre Maurito è tentato da Madrid, da qui il litigio nella coppia. L’amico non è convinto ed è meno innocentista verso il capitano, mentre la figlia di uno dei due è più netta e tranchant, “Wanda ha una faccia da vacca”, sentenzia. La discussione verte su questo, è la moglie più che Icardi a far discutere, il primo vecchio milanese, pizzetto e capello di lato, si rifà ad un “puritanesimo operaio”, dice che “un tempo tutto ciò non sarebbe stato accettato”, il secondo invece, calvo ma con capello leggermente lungo sul collo, aria da musicista degli anni ’60, non nega che Wanda gli piace.
Sulla metro ci sono anche tanti meridionali e stranieri, tutti per tifare Inter, con sciarpa nerazzurra al collo. Arrivo allo stadio come sempre con largo anticipo dopo aver cenato con una minestra e mi fermo al bar per un caffè. Il livello della ristorazione al Meazza è fermo agli anni ’70, baracchini fuori dallo stadio che ti spelano per una salamella e una birra e quattro bar scalcinati all’interno dello stadio. Non so nemmeno se c’è ancora quella vecchia mitica osteria vicino all’ippodromo.
Per la serata ho deciso di andare, per la prima volta in vita mia, al primo rosso centrale. Voglio vedere la dirigenza sugli spalti, voglio guardare Steven negli occhi. Nel prepartita però in tribuna d’onore non c’è nessuno, ne riparleremo nell’intervallo.
Intanto la nord srotola uno striscione enorme, “Sveglia… Torniamo a vincere!” In settimana si erano rincorse le voci più disparate, tra chi preventivava una dura contestazione e chi parlava invece di un sostegno assoluto, gli ultras scelgono invece una sorta di via di mezzo, sveglia – quindi un po’ siamo arrabbiati – ma poi l’incitamento, torniamo a vincere. In curva sud invece viene esposto uno striscione ancora più indeciso, “basta chiacchiere, uniti verso il traguardo!”. Già, ma chi fa le chiacchiere, i tifosi, la società, l’allenatore?
La tribuna rossa è diversissima dalla tribuna arancio, oltre che ovviamente da tutti gli altri settori dello stadio. Se nell’arancio la fauna è abbastanza uniforme, un ceto medio incazzoso e affezionato, bonario, goliardico, severo e sofferente, al rosso c’è un po’ di tutto, dalla vecchia borghesia milanese sobria e asciutta che magari puoi trovare anche all’arancio, ai ricchi eccentrici, poi modelle, fino a qualcuno con la faccia e l’aspetto da spacciatore, artisti, giovani rampolli, giovani dall’aria di Sheldon Cooper, ricchi arabi e ricchi cinesi.
E poi una coppia clamorosa, 90 anni, incurviti, lei pelliccia di ghepardo, tutti e due con berretta in testa, lasciano poco prima della fine della partita a braccetto. Presenti con due gradi, 90% di umidità e una squadra, allenatore e società che lasciano a desiderare. Onore.
L’inizio della partita si avvicina, la squadra è accolta da applausi, poi c’è il minuto di silenzio per Vicini, prolungato da un lungo applauso. Al decimo del primo tempo la curva nord srotola un nuovo enorme striscione che recita, “C’è solo un Walter Zenga”, proseguito da un lungo coro, applaudito da tutto lo stadio, poi il Walter viene provocato con un chi non salta è rossonero e non resiste, saltella anche lui. La sua voce rieccheggia nello stadio nei rari momenti di silenzio.
Nell’intervallo ecco Moratti, si attarda con i tifosi, parla con tutti, stringe mani e si fa fare selfie con cordialità ed eleganza, mentre c’è anche Bedy Moratti, più bella dal vivo che in foto. Poche file più sotto Steven, serio, giovanissimo, difficile prendersela con lui, accompagnato da Zanetti, che si fa il segno della croce ad inizio secondo tempo e soffre in silenzio.
Anche il secondo blu saluta Zenga, “Walter dagli spalti al campo, vero cuore neroblu”, poi anche un “+ Var – sudditanza”, parla chiaro, mentre al terzo blu i 400 crotonesi raccolti e compatti dietro lo striscione “Ultras” e due bandieroni non si fanno molto sentire, considerato che la partita si mette bene per loro potevano fare di più, invece al 70′ in curva nord scatta la sciarpata sulle note di “oh mia bela madunina” e poi “Milano siamo noi”, il tifo è incessante fino al 90′, poi si sbotta, fischi e “tirate fuori i c…”
Pesanti bordate di fischi accompagnano l’uscita dal campo, come avevano fatto le sostituzioni di Candreva e Brozovic, mentre grande ilarità in tribuna aveva suscitato lo striscione al primo verde “interista pessimista sei il primo della lista”.