Le ultime statistiche interpretate ci dicono che…

L’Inter ha segnato un solo gol nelle ultime sei partite giocate, cioè negli ultimi 600 minuti, compresi quattro tempi supplementari. L’autore è Icardi contro l’Udinese, su assist di Candreva. Al contrario la fase difensiva è rimasta piuttosto solida, subendo solo cinque gol, quattro nei tempi regolamentari. Tre gol l’Udinese, uno il Sassuolo e uno il Milan ai supplementari. Sempre nelle ultime sei partite, nell’arco dei 90 minuti la difesa è rimasta imbattuta quattro volte, con ben quattro partite finite 0-0 al 90′. Dall’inizio della stagione l’Inter non subìsce gol in dieci partite su 21, undici se si escludono i tempi supplementari. I gol totali subìti sono 15. Al contrario in dieci partite su 21 l’Inter non segna o segna un solo gol. Su 34 gol fatti in 21 partite, 17 sono stati segnati da Icardi e 7 da Perisic. Con il gol di Eder, sono 25 i gol degli attaccanti. I centrocampisti segnano solo cinque gol (3 Brozovic, 1 Valero, 1 Vecino), uno appena in più dei difensori (3 Skriniar, 1 D’Ambrosio). A secco Miranda, Nagatomo, Santon, Cancelo, Dalbert, Gagliardini, Candreva, Joao Mario e Karamoh. I motivi di questa scarso contributo al gol dei centrocampisti è dettato da due fattori, uno è legato alle caratteristiche degli interpreti e uno al modo di giocare dell’Inter. Sul primo punto è chiaro che giocatori come Gagliardini, Valero, Vecino e Joao Mario non hanno mai avuto grande confidenza con il gol in carriera, gli ultimi tre hanno sempre segnato circa un gol ogni dieci partite, mentre il primo non ha quasi mai segnato.

L’unico con la propensione al gol è Brozovic, l’unico anche a segnare un gol direttamente su punizione quest’anno e l’unico nel reparto ad avere il tiro da fuori, anche se Gagliardini potrebbe lavorarci. A questo punto entra in gioco il secondo fattore, non avendo tiro da fuori i mediani potrebbero solo segnare con gli inserimenti in area, ma Spalletti tende a non sganciarli per timore dei contropiedi. Il gioco si svolge sulle fasce e sono gli stessi esterni a dover accentrarsi o entrare in area per trovare nuove soluzioni. Non stupisce che questi siano ormai stremati, dovendo fare, i Candreva e i Perisic, le ali, i tornanti, i trequartisti e le seconde punte. Tornando ai gol fatti discorso a parte merita Candreva, nella Lazio segnava un gol ogni quattro partite, all’Inter la media è scesa a uno ogni otto, ma sopratutto in questa stagione non ha ancora segnato, pur servendo il più alto numero di assist. Anche qui entra in gioco il modo di giocare, con Spalletti che preferisce portare in area il trequartista e Perisic per ricevere i cross di Candreva insieme a Icardi. Servono nuove soluzioni, nuovi modi di giocare, forse un nuovo modulo. Spalletti nei mesi scorsi ha già provato in alcuni spezzoni e frangenti di partita il 3-4-1-2 e il 4-3-2-1 e la squadra sembrava messa meglio, poi nelle ultime partite si è rimasti fissi al 4-2-3-1, un modulo che in Italia ormai fa solo il Verona. Si potrebbe dire che non ci sono gli uomini per passare alla difesa a tre, in realtà D’Ambrosio e Santon hanno abbondantemente dimostrato di poter svolgere il ruolo dei laterali in uno trio difensivo. Ci torneremo.